Noi fotografi siamo dei rapaci, nel senso buono della parola: preleviamo da altri informazioni, aneddoti, storie e racconti per poi codificarli nella nostra mente e trasferirli nelle nostre immagini.

Siamo dei costruttori che necessitano giornalmente di collezionare più esperienze possibili per poter avere, nella nostra cassetta degli attrezzi, i giusti strumenti per tenere in piedi i nostri muri e le nostre fondamenta.

Magnum Photos ne è consapevole, e con una mossa deliberatamente commerciale, fatta in previsione dell’uscita di un nuovo corso sulla fotografia (furbetti, ma li perdoniamo), ha raccolto in un PDF gratuito alcune delle più belle citazioni, e qualche consiglio per i fotografi emergenti, proferiti da alcuni dei suoi più saggi, e folli, fotografi accreditati.

Ho deciso di raccogliertene qualcuna qui sotto e di argomentartela, perché in fotografia, ogni tanto, un pò di praticità e di pragmatismo può aiutarci a mettere nero su bianco i nostri pensieri e a fuggire da quella sensazione di impotenza e di piccolezza che spesso ci tiene lontani dalla macchina fotografica.

Come diventare un fotografo migliore secondo i fotografi della Magnum Photos

In questa selezione troverai sette aneddoti presenti nel PDF realizzato da Magnum Photos in vista dell’uscita del suo nuovo corso sulla fotografia. Tra fotografi citati ci sono: Carl De Keyzer, Abbas, Chris Steele-Perkins, Larry Towell, Matt Black, Susan Meiselas e Christopher Anderson.

Puoi scoprire tutte le altre citazioni scaricando gratuitamente il PDF sul sito della Magnum Photos. Ti basterà inserire l’email per registrarti ai loro sistemi e successivamente scaricare la guida che ti arriverà per email. Puoi eseguire la procedura da qui. Buona lettura!

1) Dai tutto te stesso nei primi cinque anni della tua carriera e dopo decidi la tua strada ~ Carl De Keyzer

INDIA. Jaipur. 1986. © Carl De Keyzer

Il PDF della Magnum Photos si apre con questo ammonimento: duro, sincero e cruento. Carl ci parla subito con il cuore, come farebbe ogni padre di fronte al proprio figlio, dicendoci di dare tutto noi stessi e di rischiare ogni cosa per poter portare a casa il meglio che possiamo entro i primi cinque anni della nostra carriera.

I migliori talenti bruciano immediatamente le tappe: non rimandano viaggi, progetti o serie di fotografie e si buttano a capofitto nella realizzazione delle loro immagini. Sono consapevoli che solo così si può sfondare in questo settore e sperare di ottenere un piccolo posto nell’olimpo della fotografia.

Questo è un ottimo consiglio, soprattutto per noi fotografi contemporanei che non facciamo altro che attendere, seduti nelle nostre sedie, che le cose ci vengano incontro senza prima sacrificarci o spendere tempo nelle nostre produzioni.

Muoviamoci, produciamo e scattiamo fotografie. Facciamolo al 100% delle nostre possibilità e vediamo come va a finire. Fare il fotografo è un mestiere difficile e solo pochi, al giorno d’oggi, se lo possono permettere. Per tutti gli altri rimane un bell’hobby, fatto senza troppe pressioni e pretese.

2) Compra un paio di scarpe buone…e innamorati della fotografia ~ Abbas

MEXICO. 1984. © Abbas

Questa credo che non te la debba spiegare. Chi scatta fotografie di strada sa benissimo che camminare senza una meta precisa, e con le antenne tese a captare ogni minima variazione di luce, è alla base della produzione di buone immagini.

Abbas ne ha percorsi di chilometri, anche in terre in cui era difficile farlo, ma la sua passione, e il suo spirito goliardico, gli hanno sempre permesso di vincere ogni impedimento e ogni paura.

Acquista quindi delle buone scarpe — anche da corsa vanno bene — ed immergiti nel mondo di tutti i giorni. Basta questo per migliorare la tua fotografia.

3) Fotografa solo quello che ti interessa e a cui tieni davvero e non quello che pensi dovrebbe interessarti ~ Chris Steele-Perkins

Japan. Tokyo. 1999. © Chris Steele-Perkins

Sante parole quelle di Chris! Per distinguersi in questo mondo, ormai saturo di immagini e fotografi della Domenica, l’unica cosa che conta è fotografare solo quello che ci appassiona, che ci spinge a buttarci nella mischia e mai quello che pensiamo potrebbe interessare solo al pubblico.

Sembra un controsenso, un pensiero da amatore, ma effettivamente senza la componente emotiva, che spesso ammanta gran parte della produzione di carattere autoriale, i lavori perdono di forza, di energia e si lasciano trascinare verso quel cunicolo buio ed oscuro chiamato “indifferenza” — o indifferenziato, per gli amanti della raccolta dei rifiuti.

Fotografiamo solo quello ci appassiona, per cui crediamo sia giusto combattere e lasciamo il resto agli altri. Facciamolo per noi stessi o per un possibile essere umano che ha bisogno di sentirsi raccontare quella storia, a modo nostro e con i nostri mezzi. Oggi il fotografo è un autore, uno che prende posizione e che racconta la vita attraverso i suoi occhi. A volte è giusto ricordarlo.

4) Sii te stesso e guarda oltre te stesso ~ Larry Towell

ISRAEL. Ramallah. 2000. © Larry Towell

Larry è un pò più poetico degli altri e ci ricorda di guardarci dentro prima di scattare delle fotografie. Questo vuol dire semplicemente di conoscerci, di affrontare le nostre paure e di cercare, quando raccontiamo le nostre storie, di farlo in maniera sincera ed aperta verso l’esterno.

Troppo spesso scattiamo solo per noi stessi, come se fosse la risposta a tutto e come se il mondo girasse intorno a noi. Non possiamo però mettere a tacere per sempre quella voce, proveniente da fuori, che ci intima di dargli ascolto e di dargli un’occasione. Se riusciamo a trasformare un nostro disagio, a renderlo globale, e a risolverlo tramite la fotografia, abbiamo fatto un passo in avanti verso il professionismo più totale.

Guardiamoci dentro, ma tendiamo l’occhio e il cuore anche verso l’esterno. Dobbiamo essere pronti ad accogliere tutto e tutti in questo mestiere.

5) Quando fotografi devi avere bene a mente cosa vuoi raccontare. Solo così la tua fotografia avrà un posto nel mondo ~ Matt Black

USA. California. 2014. © Matt Black

Matt Black non la prende per le lunghe e ci dice una cosa di una sincerità e verità disarmante: se fotografi devi essere in grado di capire cosa stai fotografando, il perché lo stai facendo e come quella fotografia può aiutare te e le persone a migliorare il mondo.

Quest’onere, dato dal ruolo difficile del fotografo, ha spesso portato gli emergenti a lasciare presto la strada verso il professionismo, ma è innegabile che la fotografia, quella vera, per potersi definire tale, ha bisogno di svelare e definire alcune verità nascoste, non ancora discusse, e per poterlo fare ci vuole coscienza, conoscenza e preparazione.

Se non siamo in grado di capirlo, e di portare addosso questo fardello, è meglio allora cambiare aria e darci ad altri mestieri. D’altronde di fotografi che fanno finta di esserlo ce ne sono fin troppi.

C’è ancora posto per un fotogiornalismo di qualità? - con Alessandro Gandolfi (di Parallelozero)
In questa nuova puntata del Podcast di The Street Rover discuto con Alessandro Gandolfi, fotogiornalista e co-fondatore di Parallelozero, di come funziona un’agenzia fotografica e della salute del fotogiornalismo internazionale. Trovi la puntata su Youtube (sottotitolata), Apple Podcast e Spotify. Non dimenticarti di aggiungere il Podcast tra i preferiti sulla

6) Dimentica la professione di fotografo. Scatta fotografie, vivi di fotografie e il resto arriverà dopo ~ Christopher Anderson

USA. New York City. 2014. © Christopher Anderson

Molti sono ossessionati dalla carriera e dal mito del fotografo professionista. Ambiscono a diventare grandi senza prima sporcarsi le mani. Christopher ci consiglia invece di mettere da parte questo pensiero, questo muro psicologico, e di concentrarci solo sulla produzione di fotografie.

Solo in un secondo momento, quando tutto sarà più maturo, e quando le nostre immagini inizieranno a girare per tutto il mondo, solo allora, potremmo forse considerare l’idea di poterci definire dei fotografi professionisti — cosa che, se ci pensi, non è poi di primaria importanza.

Continuiamo a scattare, a crescere e a tessere relazioni. La parte più importante del nostro viaggio è sempre il percorso e mai l’arrivo (oggi sono troppo poetico, lo so).

7) Entra nella scena seguendo solo il tuo istinto e la tua curiosità ~ Susan Meiselas

New York City. 1978. © Susan Meiselas

L’ultimo consiglio ci viene dato da una donna che ammiro tantissimo: Susan Meiselas. La fotografa americana ha affrontato nella sua carriera delle sfide da cardiopalma, rischiando spesso la vita, e il suo consiglio di seguire l’istinto e la curiosità non è altro che un manifesto alla bella fotografia — oltre che un ritratto del suo spirito coraggioso.

Quando entriamo dentro le scene dobbiamo mettere da parte tutti i pregiudizi e le dicerie: viviamolo così come si presenta, stando attenti a coglierne velocemente ogni particolare e a registrarlo nella nostra fotocamera.

L’istinto ci aiuta a capire quando una situazione è propiziatoria e la curiosità ci spinge dove non saremmo mai potuti andare. Rischiamo di metterci in ridicolo e di farci male, perché molte volte le belle fotografie si realizzano in quel complicato confine tra il giusto e lo sbagliato, tra il pericoloso e il sicuro, tra la vita e la morte.

Come sempre non esiste un regolamento da seguire a menadito, ma solo una foglio bianco da riempire con le nostre sensazioni e le nostre esperienze. Basta avere la penna e il cuore nelle giuste posizioni.


Spero che questi sette consigli dei fotografi della Magnum Photos ti abbiano aiutato ad ampliare la tua visione delle cose. Se vuoi diffondere il loro verbo, condividi questo articolo con i tuoi amici appassionati di fotografia. Ne gioveranno anche loro come te.

Cambiamo le prospettive 🔻

La cultura fotografica cambia la prospettiva sul mondo. Se credi quanto me che sia importante renderla fruibile a tutti, diffondiamola insieme. Basta solo qualche spiccio :)

Dona o Abbonati al Blog
Condividi