Negli incroci affollati delle strade dell'hinterland milanese, sembra realizzarsi ogni giorno uno spettacolo dagli epiloghi inaspettati. Come in un film sci-fi diretto da Christopher Nolan, i tempi si dilatano, le scene si accumulano, lasciando scorrere all'interno dei lembi delle strisce pedonali, le storie di quei tanti che attendono, indecisi, insicuri, e forse con la mente altrove, lo scattare del verde del semaforo. In quei pochi secondi che dividono due gruppi di persone separate dal fiume delle macchine in corsa, tutto può accadere: tutto è ancora da scrivere.
Non è solo Milano ad avere questo super potere. In quelle attese estenuanti agli imbocchi delle strisce pedonali di tutte le città del mondo, molti di noi hanno preso parte al gioco del disegno di queste possibili sceneggiature di film di ogni genere. Guardando negli occhi chi, dall'altra parte della strada, avrebbe intrapreso pochi istanti dopo il nostro percorso opposto, ci siamo immaginati il luogo di arrivo di quelle persone, deliziando la nostra mente degli sviluppi di trama più inaspettati.
Gli incroci stradali, insomma, sono degli snodi cruciali nella vita di ognuno di noi, terreni di scelte decisive ed ambienti in cui, la creatività, riaffiora in forme più che mai rigogliose; peccato solo che quei film che ci facciamo in testa, malgrado la loro bellezza, cessano di esistere al momento dell'arrivo del verde del semaforo.
E proprio qui, nel tentativo di scongiurare, il più possibile, la morte di quelle sensazioni squisitamente fugaci, qualcuno ha pensato alla buona e cara fotografia. Nel caso specifico, Gianni Ranuio e Alessandro Bocchi, autori di Crossroads.
Crossroads: un incrocio, mille storie
Crossroads è una una raccolta fotografica, dalla sceneggiatura variegata, che ci racconta tutte le piccole testimonianze visive della gente degli incroci stradali.
Il progetto di Gianni e Alessandro, membri del Collettivo Indipendente, nasce solo di recente, in concomitanza con l'irrobustirsi della loro amicizia e con la scoperta di un ossessione in comune: quella per gli attraversamenti pedonali.
È stata un'attenta immersione negli archivi dei due fotografi, seguita da una lunga chiacchierata, a svelare questa strana coincidenza nelle loro immagini. Tanto è bastato a spingerli a credere che non fosse tutto merito del caso: lì, in mezzo a quelle loro ultime fotografie di strada, c'era l'incipit di un progetto che poteva essere sviluppato su Milano. Era solo necessario capire come portarlo avanti.
Abbiamo recuperato dall’archivio di ciascuno tutte le fotografie che ritenevamo affini all’idea del progetto e ci siamo resi conto che, inconsciamente, lo stavamo già facendo da diversi anni - Alessandro Bocchi
Crossroads è quindi un progetto giovanissimo, ma già dalle idee molto chiare. Circoscritto dentro lo scenario degli attraversamenti pedonali, il lavoro dei due fotografi si sviluppa in immagini in bianco e nero dalle linee travolgenti e dagli eventi inaspettati. Unendo il gusto per il bizzarro ad una ricerca formale che ci ricorda la nuova scuola di fotografia di paesaggio urbano americana, Gianni e Alessandro ci «raccontano Milano attraverso i suoi incroci e vie trafficate».
Le forze che sorreggono il progetto sono molteplici, e parecchio misteriose.
Come un'enorme calamita in funzione, vediamo concentrarsi in dimensioni, più che mai ristrette, una delle tante facce della nostra umanità. In quel perimetro fatto di strisce pedonali, cemento e cartelli stradali, la quotidianità sembra aver trovato il suo contenitore preferito: un luogo universale in cui tutto può succedere.
Tra chi attende inflessibilmente lo scoccare del verde e chi, in quelle strisce, ci ha costruito il suo personale palcoscenico, le sceneggiature a cielo aperto dipinteci dai due fotografi milanesi ci stimolano a domandarci quali legami, fisici e metaforici che siano, colleghino le persone a quei percorsi, e dove questi, poi, le condurranno.
Perché Crossroads, a guardarlo bene, è una dimensione al di fuori del tempo e dello spazio. Pur essendoci Milano come sua impalcatura, il progetto va oltre, facendosi portavoce di una narrazione che vuole coinvolgerci attivamente nella comprensione di noi stessi e di tutti quei meccanismi che oggi muovono le città.
Ma soprattutto, ci spinge a guardare l'urbano con occhi diversi. Mi chiedo quindi ora, dopo la visione di queste immagini: quali altri misteri si aggireranno nei dintorni degli attraversamenti pedonali? E quali altri personaggi, bislacchi e non, ne solcheranno, tra poco, le sue soglie? Chi può dirlo, sta di fatto che non scruterò più allo stesso modo gli incroci e le vie della mia città: qualcosa è cambiato.
Crossroads è riuscito nell'ardua impresa di rendermi meno noiosa la cosa più noiosa al mondo: l'attesa prima dello scoccare del verde del semaforo.
Chi sono gli autori?
Gianni Ranuio è un fotografo di origini calabresi (Cosenza). Dopo una breve parentesi nel mondo della fotografia di paesaggio e still-life, passa a concentrare le sue attenzioni nella narrazione sistematica della quotidianità in strada. Per Gianni la fotografia è «una forma di espressione nobile e fondamentale»; nelle sue immagini c'è tutto se stesso, ma anche la lucida testimonianza dell'epoca attuale. Puoi trovare altri sui lavori fotografici sul suo Sito Web o Profilo Instagram.
Alessandro Bocchi è un fotografo milanese. Le sue immagini sono ironiche, taglienti. In inquadrature bianco e nero dai toni delicati, Alessandro coglie il manifestarsi della magia del quotidiano rendendola fruibile a tutti noi. Puoi trovare altri sui lavori fotografici sul suo Profilo Instagram.