Dia de Muertos ci mette faccia a faccia con la morte, ma non a quella a cui tutti noi occidentali pensiamo.
La morte è inevitabile. Alcuni la accettano, tanti altri la rifuggono. Per quanto ci sforziamo a scansarla con stratagemmi ingegnosi, dal momento in cui esaliamo il nostro primo respiro siamo condannati tutti ad incontrarla: una figura criptica che ci attende al capolinea immaginario della nostra esistenza.
Se nella nostra cultura occidentale la morte ha sempre avuto un'accezione negativa, in tante altre parti del globo rappresenta, invece, un passaggio fondamentale, il ponte che ricollega i fili dell'anima a quella dei nostri antenati.
C'è una festa in particolare che onorifica questo concetto, è la celebrazione del Dia de Muertos (il Giorno dei morti) il momento annuale in cui il Messico - tra il 28 Ottobre e il 2 Novembre - riempie le sue strade e i cimiteri di fiori, musiche, dolci e festoni per onorare la morte e, in antitesi, la vita terrena.
In un bel reportage bianco e nero, Filippo Cristallo ci porta dentro l'evento, costruendo per noi un racconto visivo in cui l'eccessiva deferenza cristiana crolla davanti alla celebrazione della morte. In una serie di fotografie caratterizzate dai simboli tipici di questa manifestazione - maschere, teschi e personaggi iconici - Filippo sfrutta il linguaggio della fotografia di strada per farci respirare l'atmosfera magica di festa che solo un evento così riesce a trasmettere.
Il Dia de Muertos, per i messicani, è l'istante propiziatorio, quel periodo annuale in cui ci si ricongiunge con tutte le generazioni passate e si ricorda, all'unisono, l'importanza di vivere una vita pregna di significato e nel rispetto degli altri. La morte, come ci ricordano quei teschi che ricoprono i visi della comunità e gli altari sparsi nelle principali vie della città, non fa distinzione tra sesso, età, estrazione sociale o ricchezza: siamo tutti composti dalla stessa sostanza e per questo destinati a perire.
Una presa di coscienza che potrebbe ribaltarsi in rassegnazione ma che invece si trasforma, in quel contesto ricco di ritualità e colore, in un'opportunità per ripensare alla nostra esistenza e a quella delle generazioni future. Un duplice racconto, che oltre a mostrarci la bellezza di un qualcosa rimasto intatto nel tempo, getta luce su tutte quelle rivendicazioni politiche e sociali a cui il governo, durante l'anno, non ha dato risposta.
Una festa, che da queste immagini di Filippo, sembra non avere eguali.
Chi è Filippo Cristallo?
Filippo Cristallo è un fotografo di Avellino. Scatta prevalentemente reportage in giro per il mondo, il genere che gli permette di esprimere al meglio se stesso e la sua fotografia. Trovi il resto del suo lavoro sul suo Sito Web o Instagram.