Ti sei mai chiesto quanta priorità abbia, nel tuo lavoro, il tuo Portfolio Fotografico?
In quest’epoca in cui tutti scattano fotografie, con l’ambizione di farle vedere a più persone possibili, rimane un’unica opzione di sopravvivenza al fotografo professionista: sistemare, scegliere e veicolare le proprie immagini seguendo uno schema mentale ben preciso.
Lo so. Il solo sentire nominare la parola Portfolio Fotografico ti mette subito in agitazione. Non sai neanche da dove iniziare e non hai la ben che minima idea di cosa sia o il perché dovresti interessartene — te ne faccio un sunto qui.
Mi ci sono trovato anche io in questa situazione. Non capivo il perché dovessi scegliere una fotografia rispetto ad un’altra e il perché avesse importanza dare spazio a questo rituale invece di poter continuare a divertirmi scattando le mie fotografie — e pensare a tutto il resto dopo.
Per fortuna è sopraggiunto in mio aiuto “il Portfolio Fotografico” di Sara Munari: un libretto edito EMUSE che tratta, in maniera molto semplice ed intuitiva, l’argomento in questione — con in più tanti altri spunti ed approfondimenti per arrivare super preparato a questo processo.
Sara Munari è un insegnante di fotografia che da anni bazzica per i principali festival italiani ed internazionali. Offre, a chi ne ha più bisogno, il suo tempo e il suo occhio, per la lettura del proprio Portfolio.
Ha visto nel tempo di tutto e di più, e la cosa che l’ha sempre colpita maggiormente è la totale inesperienza, da parte di molti fotografi cadetti, ed alcuni professionisti, nel saper ordinare le proprie fotografie ed inserirle in una linea narrativa/estetica ben precisa.
Questa imperizia nella selezione delle foto, dice Sara, è una cosa che colpisce tutti. Nelle scuole non ci insegnano a coltivarla e non ci spiegano il perché dovrebbe stare al centro dei nostri interessi.
Per lei, saperne riconoscere le potenzialità, già dai primi passi nel mondo della fotografia, è la prima fase per poter rendere i propri lavori dei veri progetti fotografici — e non una serie di immagini messe alla rinfusa una dopo l’altra.
Mi sono trovato più volte ad avere un numero incalcolabile di fotografie e non avere la capacità, o la volontà, di saper eliminare quelle che risultavano essere ripetitive o deboli.
Il non saper prendere una decisione nel campo fotografico ti porta, molte volte, a percorrere strade sbagliate o ad allungare di molto la chiusura di un tuo lavoro. Mi serviva assolutamente un aiuto.
La lettura di questo libretto mi ha aperto la mente. Non è il più tecnico tra tutti quelli presenti nel catalogo EMUSE, ne esiste un altro di Leonello Bertolucci che entra ancor più dentro il lavoro del photo-editor e della critica, ma sicuramente è quello che ti permette di avere un quadro generale su tutti i percorsi possibili per i tuoi lavori fotografici — e a capire che uno stesso progetto può essere rivisto ed elaborato in infinite forme e versioni.
Quello che ci offre Sara è, per certi versi, un percorso catartico. Alla fine della lettura dovremo convivere con l’idea che non tutte le nostre fotografie possono essere salvate od inserite in un lavoro fotografico.
In poche parole? Essenziale e distruttivo!
Se ambisci a fare il fotografo nella tua vita, e hai il coraggio di saperti mettere sempre in discussione, devi assolutamente dargli un’occhiata :)
Ora devo scappare. Devo andare a riordinare il mio Portfolio.
A presto e buona lettura.