La Street Photography è un genere molto ampio, vasto e ricco di sfaccettature. Ogni artista mette, all’interno dei suoi scatti, una grossa parte della sua personalità. Ogni immagine che ne viene fuori diventa così un segno distintivo di se stesso e specchio della sua anima.
Per quanto possa essere quasi impossibile, ad oggi, fare un quadro completo delle mille personalità che girano intorno a questo genere fotografico, esistono comunque tre principali approcci che ritengo essere i più funzionali e duttili sul mercato.
In questo articolo te li elencherò e cercherò di spiegarti, in poche parole, cosa li rende unici e il perché dovresti avvicinarti ad uno di questi. Come sempre, si tratta di uno studio amatoriale, nato da considerazioni ed osservazioni personali, quindi se ne sapessi più di me, o volessi condividere il tuo pensiero in merito, hai l’area commenti a tua disposizione. Buona lettura!
1) Approccio Formale
L’approccio formale, nella Street Photography, è legato alla produzione di immagini che fanno delle linee, forme, colori e contrasti i principali elementi di costruzione di una fotografia.
Nella maggior parte dei casi non vi è nessun tipo di impatto emotivo o psicologico nell’immagine, ma vi è invece un grosso impatto estetico e grafico, dato dall’accostamento di diversi fattori ed elementi.
Si può lavorare con moltissimi particolari dell’ambiente cittadino: ci sono le vetrine, che offrono delle ottime possibilità, grazie ai riflessi interni ed esterni, oppure con le architetture, mai assenti nelle città di ogni parte del mondo e caratterizzanti di ogni luogo.
Molti sfruttano i giochi di controluce che permettono di realizzare degli scatti con il soggetto in silhouette e tutto il resto illuminato dalla luce solare. L’obiettivo, che sia raggiunto tramite una vetrina o un controluce, è quello di rendere tutto straordinariamente armonioso, bilanciato e compositivamente funzionale. Un approccio molto apprezzato sia da chi “mastica” di street, sia da chi ne è completamente estraneo.
Tra gli artisti contemporanei (guarda le loro foto su Instagram, sono strepitose) che secondo me riescono a sfruttare in maniera adeguata questo approccio sono Alan Schaller, fotografo tedesco che scatta prevalentemente in bianco e nero, e Craig Whitehead, fotografo inglese che fa delle silhouette e dei particolari del vestiario cittadino alcune dei principali elementi di costruzione dell’immagine.
2) Approccio Narrativo
L’approccio narrativo è un approccio che richiede una forte capacità, da parte del fotografo, di inserirsi all’interno della scena senza disturbare o farsi notare dai soggetti.
E’ sicuramente uno degli approcci più difficili da attuare ma che alla lunga danno più soddisfazioni: ci fanno sentire come se stessimo partecipando attivamente al momento e ne fossimo primi testimoni, se non gli unici, grazie al mezzo fotografico. Senza di noi quell’istante non esisterebbe.
L’approccio narrativo ci dà la possibilità di inserirci all’interno di momenti appartenenti alla quotidianità delle persone e di costruirne da lì devi veri e propri immaginari. Per questo motivo bisogna mantenere sempre un certo riguardo, e rispetto, verso i nostri soggetti che ci “offrono” gratuitamente la possibilità di entrare momentaneamente all’interno della loro vita.
Il valore emotivo ed psicologico che viene fuori da scatti di questo genere è veramente interessante, tanto da poter veicolare le immagini in canali molto più ampi e importanti dei soli Social Networks (mostre, riviste ed altro).
Tra gli artisti storici più importanti ed emblemi di questo approccio ti potrei elencare: William Klein, Garry Winogrand e Vivian Maier. Tra i fotografi contemporanei che secondo me spiccano di più troviamo invece: Nikos Economopoulos e Trent Parke.
3) Approccio “Ludico”
L’ultimo approccio che andiamo a trattare è quello che potremmo definire “ludico”: un approccio che pone come suoi elementi caratterizzanti quelli ricollegabili ad eventi divertenti, buffi e particolari della vita quotidiana.
È un approccio che va molto di moda e che rappresenta uno dei cardini di questo genere fotografico. In strada si susseguono eventi di ogni genere e molte volte capita che quest’ultimi diano vita, per costruzione visiva o meno, a dei momenti veramente buffi.
La costruzione, come abbiamo detto prima, avviene o per prospettive visive (con ad esempio l’accostamento di cartelloni pubblicitari e persone) oppure per eventi veramente casuali.
L’intento è far sorridere l’osservatore e farlo catapultare dentro una dimensione surreale ed assurda. Uscito da lì si sentirà molto triste perché quella scena, dopotutto, sarà frutto solo di un colpo d’occhio e tanta arguzia.
Potrei farti i nomi di moltissimi artisti vicini a questo approccio. I primi che mi vengono in mente sono: Elliot Erwitt, Matt Stuart e Nils Jorgensen.
Come capire a quale stile siamo più vicini?
Nella Street Photography nulla viene lasciato a caso. Molte volte partiamo con l’intenzione di volerci approcciare alle scene in un determinato modo, per poi fare tutto il contrario nel bel mezzo dell’azione.
La mia galleria è l’esempio perfetto. Tendenzialmente i miei scatti passano dall’avere un approccio formale ad uno narrativo e qualche volte anche “ludico”. Vengo molte volte sorpreso, e preso, da eventi sempre diversi tra di loro e mi capita di fare scatti che, alcune volte, hanno elementi che potrebbero rientrare in più categorie appena descritte sopra.
Per questo motivo è doveroso stare sempre attenti a tutto quello che ci circonda, farci prendere dai momenti che riteniamo essere interessanti e soprattutto riuscire a renderli magnifici grazie all’aggiunta della nostra personale visione fotografica.
La scelta del linguaggio arriverà dopo, quando avremo raggiunto una certa maturità e potremo permetterci di fuggire da una scena per inseguirne un’altra. Fino a quel momento, scatta finché non ti tremeranno le mani!