Dolce Via Nova ci dimostra come la relazione tra fotografia e nostalgia possa dar vita ad un registro, quasi, invincibile
Esisteva un tempo, neanche troppo remoto, in cui portarsi la fotocamera al collo era quasi uno status symbol, un bisogno sottocutaneo di tutti quei fotografi in viaggio che non potevano fare a meno di premere il pulsante di scatto di fronte alle meraviglie del mondo, seppur quelle meraviglie, a volte, rimanevano tali solo ai loro occhi.
Parliamo degli anni '80, gli anni della pellicola a colori e del turismo di massa, ma anche gli anni in cui scoppia, in tutto il globo, la fotografia d'autore, una visione talmente radicale del quotidiano da costruire nuovi percorsi di ricerca e critica sociale ancora oggi cruciali nello sviluppo dell'immagine contemporanea.
Anche la Street Photography, da buona custode del tempo, ha preso parte a questo grande cambiamento visuale, e proprio in quegli anni, con i contributi di fotografi come Philip Lorca-Di Corcia, Mark Cohen e Susan Meiselas, tanto per citartene tre, si è trasformata nel paniere in cui molti narratori, in misura variabile, hanno attinto, indipendentemente dal genere fotografico di provenienza.
"Dolce Via Nova", di Charles H. Traub, si inserisce perfettamente in questa parentesi avveniristica dell'epoca. Attraverso una serie di fotografie di strada, spensierata, quando ce ne bisogno, come un turista, e, al contempo, accurata, quando il dettaglio in scena potrebbe rendersi portavoce di una storia più grande, il fotografo americano cattura lo spirito dell'Italia dell'epoca; un'Italia pigra, felice, luminosa; un'Italia ossessionata, già all'ora, dal buon cibo e dalla siesta: un paese che, nelle fotografie di Traub, risplende e rasserena come pochi.
Una mappa esperienziale della Penisola italiana
Il volume stampato da Lazy Dog è stato ufficialmente presentato nel 2022. Il lavoro di Charles H. Traub, invece, risale a qualche anno prima, il 2013, il momento in cui "Dolce Via Nova" ha iniziato a prendersi un posto nella scena.
La prima edizione, edita Damiani (anche all'ora un editore italiano, e questo ci dice molto sulla qualità della nostra carta e sull'attenzione risposta al prodotto cartaceo), era caratterizzata da una copertina arancione - impreziosita dalla fotografia di un gruppo di ragazzi in costume -, una carta lucida e spessa e un editing dell'impaginato basato perlopiù sull'accostamento dei colori saturi, piuttosto che sull'intreccio delle narrazioni o delle figure retoriche (qui un breve video del libro sfogliato).
Lazy Dog e Charles H. Traub hanno così un punto di partenza. Che piace. Tanto che la copertina del nuovo libro, seppur con un'immagine diversa, sembra essere un omaggio alla precedente (anche qui, un gruppo di ragazzine, in questo caso, in costume). Cambiano però qualcosa. Di sostanziale. La carta si fa ruvida e opaca; le immagini aumentano (arrivando a 102 fotografie!); l'impaginato si apre a correlazioni più comprensibili e accattivanti: una formula editoriale che vuole rispecchiare fin da subito, e lo si vede, la molteplicità del territorio italiano e le sue infinite, quanto stereotipate, caratteristiche umane.
"Dolce Via Nova", 2022. Monografia © Charles H. Traub / Edito Lazy Dog Press
"Dolce Via Nova" è un grande compendio di immagini della Penisola italiana. Fotocamera al collo, Charles percorre migliaia di chilometri in strada - da Marsala a Milano - alla ricerca di quelle atmosfere che solo il cinema in bianco e nero degli anni '60 e parte della letteratura del passato erano riusciti a restituire lucidamente al pubblico, in forma d'immagine, di musica, di testo.
Accompagnato da Luigi Ghirri (esiste un compagno migliore?), e persuaso dalla filmografia di Federico Fellini, il fotografo si lascia trascinare dalla malinconica sospensione del tempo tipica delle nostre strade italiane. Le sue fotografie sono spontanee, vere, colorate; come diceva Luigi Ghirri, è come se Charles "spogliasse i suoi soggetti e li mettesse in dialogo aperto con lo spettatore". Davanti ai suoi immaginari, cediamo alle forze della nostalgia, e in pochi istanti, ci sentiamo parte del racconto; come se fossimo lì, sorridiamo alla gestualità dei corpi in moto e all'emotività dei volti.

Gus Powell, che ha curato "Senso Unico", uno dei due testi a corredo del volume, non tarda a meravigliarsi della complicità e varietà dello sguardo di Charles H. Traub. Dice, testuali parole, «che la forza del suo lavoro risiede nel modo in cui Charles descrive l'umanità e, ancor di più, nel dialogo che riesce ad intessere con lei». E scorrendo le fotografie che riempiono le meravigliose pagine di "Dolce Via Nova" capisco subito cosa intende: quella che ci propone il fotografo americano non è una semplice documentazione delle attività ed usanze italiane ma una vera e propria mappa esperienziale del paese, dove a sopraggiungere, più che uno sguardo critico o storico, sono invisibili vibrazioni di un benessere collettivo.

Un progetto ambizioso, il suo. Per certi versi rivoluzionario, vista la facilità con cui molti fotografi stranieri hanno ridotto il nostro territorio in pochi e semplici immaginari. Immaginari stantii, stereotipati. Spesso offensivi. Charles va oltre, e forse ispirato dal genio di Luigi Ghirri, cerca il contatto, il dialogo, lo scambio di conoscenze. La sua Street Photography non è mai distaccata, né iperbolica, bensì si esibisce come una porta d'accesso verso una dimensione che vuole farsi vedere per quella che è.
Un corpus fotografico che solo una via immaginaria poteva contenerlo: la Dolce Via Nova: un omaggio al cinema di Fellini ma anche una traiettoria umana, urbana, artistica, unica e inscindibile, in cui ogni soggetto, «ripreso in pose barocche e mai del tutto infelice», sembra vivere in un paradiso terrestre. La mitica, e forse irripetibile, Italia degli anni '80; che tanto ammalia e punge.
Una fotografia sinestetica
Quella di Charles H. Traub, oltre ad essere una fotografia di pregevole bellezza, è una fotografia che riesce a comunicarci con tutti i cinque sensi, manifestandoli chiaramente sulla carta.

Scorrendo i suoi fotogrammi, siamo infatti rapiti, inizialmente, dai colori pastello: blu, rosso, giallo e verde «che inghiottono le pose e i gesti degli sconosciuti» relegandoli ad una rappresentazione quasi teatrale; successivamente, e qui viene anche difficile spiegarlo, quando le nostre difese vengono meno, ecco sopraggiungere un qualcosa che va al di fuori del campo visivo, una strana e bestiale sensorialità che si attiva in noi al cospetto di alcuni oggetti inquadrati.
Quella di Charles H. Traub, oltre ad essere una fotografia di pregevole bellezza, è una fotografia che riesce a comunicarci con tutti i cinque sensi, manifestandoli chiaramente sulla carta.
Di fronte ad un'anguria esposta o alla spiaggia gremita di gente, iniziamo a desiderare dello zucchero o a percepire il frangersi delle onde sugli scogli. È come se ne sentissimo gli odori, la freschezza, l'asprezza; possiamo toccarli e mangiarli; abbracciarli o respingerli, se sono persone. La sensazione che proviamo è quella di non essere solo spettatori di qualcosa, ma anche confidenti di viaggio e amici di lunga data. Una sinestesia di cose che solo la fotografia degli album di famiglia riescono a donarci, e che Traub, meravigliosamente, ha catturato per noi.
Questa strana, semplice, e più che mai lontana, Italia

Continuo a perdermi, ancora oggi, dentro le pagine di "Dolce Via Nova", tentando di immaginare, soprattutto, come i miei genitori, all'epoca ventenni, hanno vissuto questi anni - a detta di molti - incredibili e vivaci (mio padre, a cui ho sottoposto il volume mentre insieme tornavamo in Sicilia in treno, si è ritrovato più volte in quelle atmosfere).
E sempre, come cascando da un pero, non posso che mal sopportare la capacità che ha questo volume di rendere nostalgici anche chi non dovrebbe esserlo. A volte la fotografia gioca questi brutti scherzi, e forse è anche questo a renderla speciale.



L'Italia che Charles H. Traub ci racconta è un paese che sembra non esistere più. Un paese coraggioso, ottimista, pronto a rimboccarsi le maniche; un paese che vedeva nel turismo un'opportunità di crescita e nelle cose semplici la ricetta per una vita felice. Un'Italia che riusciva a sorridere a dispetto di tutto e di tutti.
"Dolce Via Nova" è così un volume cartaceo ben stampato, grande, arguto, che ci rende partecipi di una mappa esperienziale della Penisola ma anche una vecchia cartolina, ritrovata per caso in qualche scatolone, che ci pone come testimoni di un'epoca della nostra esistenza dove il ricordo delle giornate passate in famiglia o con gli amici, mi verrebbe da dire, avevano ancora un loro valore. Un tesoro che oggi faccio fatica a scovare, ma che guardando queste fotografie, desidero di brutto.






"Dolce Via Nova", 2022. Fotografie di © Charles H. Traub / Courtesy Lazy Dog Press
Chi è Charles H. Traub?
Charles H. Traub è un fotografo americano. Nel suo percorso artistico è stato seguito da maestri del calibro di Aaron Siskind, Arthur Siegel e Garry Winogrand. Il suo stile è unico, caratterizzato da colori pastello, inquadrature dal tono vernacolare e da una sottile ironia di sottofondo. Qui il suo Sito Web e Instagram.

Dolce Via Nova
di Charles H. Traub. Edito Lazy Dog (2022). Testi di Luigi Ballerini e Gus Powell. Dimensioni 21 x 26 cm (Book design Bunker). Costo 50 euro.
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