Una Milano sospesa, incolume, alla ricerca continua di un'individualità spesso mascherata in altro.
Il marchio è un'appartenenza, una scelta di vita.
Attraverso il perseguimento di tutti quegli ideali che definiscono un'azienda e i suoi prodotti sul mercato, scegliamo il nostro posizionamento nel mondo, prediligendo un capo, un oggetto od un'esperienza, rispetto a tanti altri, per sottolineare, a chi ci guarda, la nostra vicinanza ad un qualcosa.
Quel qualcosa non ha una forma fisica. Non ha un volto né un legame con noi. Eppure, quel qualcosa, governa le nostre decisioni, influenza il nostro umore: ci porta a riformulare i nostri rapporti con lo spazio e con le persone a noi care.
Scegliere un marchio è come scegliere chi essere veramente (?).
In questa serie fotografica di Matteo Carella, Milano, la terra delle opportunità e della moda, diventa luogo di indagine, lo spazio in cui l'individualismo di ognuno di noi si trasforma in un'anodina battaglia tra capi ed oggetti appariscenti.
Milano sbrilluccica alla luce dei riflettori, offrendo ai suoi osservatori una moltitudine di stimoli visivi provenienti dalla targhe dei negozi di lusso, dalle supercar che sfrecciano velocissime in strada e dai ninnoli indossati dai passanti.
La città mostrataci da Matteo non ha un volto preciso.
I suoi lineamenti sembrano essere modellati ad immagine e somiglianza di un unico archetipo, quello scelto dall'azienda o dall'influencer di turno.
Non a caso, molti degli individui fotografati da Matteo, sono totalmente ammantati dall'ombra, un'entità oscura ed impenitente che avvolge la parte più significativa dell'uomo - il volto - per lasciare spazio al vero protagonista dell'opera: i marchi di moda.
È una Milano piuttosto cupa quella dove gli individui che vagano per i suoi luoghi più iconici sono ombre, incontri fugaci, fantasmi in cerca di autenticità: anime costantemente pedinate dagli spettri ghignanti e invisibili dei cartelloni pubblicitari - Matteo Carella
Matteo ci restituisce perfettamente questo malessere.
Pur non essendo milanese di nascita - vive in questa città da circa sei anni - le sue fotografie inseguono lucidamente quel difficile dualismo che alimenta giornalmente la nostra società contemporanea (luci ed ombre), stretta in una perfida morsa in cui è impossibile divincolarsi, se non uscendone annientato.
Nel bel mezzo della folla che attraversa velocemente le strade milanesi, le possibilità di rendersi indipendente, diverso dalla massa, si sovrappongono costantemente a quelle di omologazione sociale ed appiattimento culturale.
Una serie di sollecitazioni visive in cui, le uniche guide che potrebbero aiutarci a custodire il sottile filo che ci lega alla nostra identità, hanno perso il loro valore orientativo: anche loro, nella bolgia, hanno dimenticato chi sono.
Quello che traspare da questo racconto è una profonda sensazione di solitudine.
Soggetti ed ambienti in un limbo perpetuo incapsulati in queste inquadrature strettissime e soffocanti che non lasciano presagire niente di buono. Da un momento all'altro, le lusinghe di un marchio di moda, raggiungeranno pure loro, guidandole verso un successo o una fortuna prive di significato.
Milano, la città delle mille occasioni, è anche questa.
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→ L'AUTORE
Matteo Carella è un fotografo di origini napoletane. Vive e lavora a Milano. I suoi lavori parlano dell'uomo e del suo rapporto con l'ambiente cittadino. Puoi trovare altre sue immagini su Instagram o sul suo Sito Web.