Un viaggiatore lo riconosci subito, è quello che scruta, ansimante, i cartelloni di arrivo e partenze. Zaino in spalla, valigia e camicia pezzata. Nel bel mezzo della folla, con fare indagatore, alza la testa, assumendo una posizione a metà tra l'ascetico e il diabolico. I minuti di ritardo sono per lui il supplizio peggiore.
Di scene così, in fondo, ne abbiamo viste tante. Identikit strampalati e compassionali di personaggi al limite di un tracollo emotivo. Eppure, rileggerli sotto questa luce drammatica ed amena, me li rende attraenti, come se una sorta di déjà vu battesse forte alle porte del mio subconscio per ricordarmi una brutale verità. Quel turista viaggiatore, incattivito e pensieroso, lo siamo stati anche noi.
Cesare Salvadeo, non nuovo a queste indagini sull'essere umano, sul prototipo di turista in viaggio, ci ha realizzato una serie di fotografie, dalle note molto argute. Location: stazione ferroviaria di La Spezia. Titolo: "I monitor della sventura".
In questo esercizio visivo, fatto di inquadrature orizzontali e monocromie distinte, il fotografo ligure ci porta dentro il mondo trasognante ed ansante di chi spera di non aver perso l'ultimo treno della giornata (o di poter programmare il prossimo).
Il turista, o il pendolare di turno, conosce bene l'andazzo delle ferrovie italiane e con grande trasparenza, mischiata a rassegnazione, manifesta le proprie emozioni attraverso la mimica facciale. Rabbia, delusione, stupore ed ambizione. Tutto passa da quei luoghi non luoghi, contenitori pulsanti di storie e personalità.
Il punto di vista di chi di guarda, senza essere guardato, è la chiave del lavoro.
Diverse etnie e culture disegnano un arazzo meraviglioso a pochi passi dall'obiettivo. Colori, abbigliamento ed usanze, per quanto dissimili, sembrano essere accomunate da un unico gesto, quello del rivolgersi, con lo sguardo e la mente, verso l'altissimo, il luogo in cui risiedono le speranze religiose ma anche il tabellone delle partenze, vero totem di questa tribù errante.
Non sappiamo dove vanno e non sappiamo chi sono, malgrado questo, vedendoli sollevarsi sulle punte per avvistare il binario giusto, come ballerini dilettanti in cerca del successo, li sentiamo parte di noi, perché "I monitor della sventura", nella sua sobrietà, è una litania familiare che ci rende tutti figli della stessa epoca.
Quadretti divertenti, ieratici e dissacranti di un paese eternamente fiabesco.
Sono stato attratto e incuriosito dai gesti, dalle posture, dagli sguardi, dagli abbigliamenti di questi turisti, che in grande numero, affollano la stazione per prendere un treno diretto alle Cinque Terre. Un modo un po' diverso per approcciare il turismo di massa (e quale massa!) - Cesare Salvadeo
Chi è Cesare Salvadeo?
Cesare Salvadeo è un fotografo ligure. Si avvicina alla fotografia da piccolissimo, grazie ad una macchina fotografica di bachelite. I suoi lavori sono stati pubblicati sulle pagine del "il Corriere della Sera", " La Repubblica", "La Nazione" e "Il Secolo XIX". Collabora tutt'ora con "Il Giornale". Altro su Instagram o sul suo Sito Web.