Philip-Lorca diCorcia. Un nome che difficilmente ti dimentichi per quanto sia strano, complesso ed autoritario. Un nome oggi sulla bocca di tutti: non solo per lo stravagante accostamento di vocaboli, ma anche, e soprattutto, per il suo stile fotografico: unico, particolare, che preleva degli elementi dalla Street Photography e abbraccia, con grande perizia, e senza rimorsi, il mondo della Staged. Un personaggio che mi ha impressionato e che vi voglio raccontare.
Philip-Lorca diCorcia. Un flash, una folle idea e una troupe invisibile.
Philip-Lorca diCorcia era uno di quei nomi da mesi nel mio taccuino. Ve ne volevo parlare prima, ma non trovavo mai il tempo o il giusto modo per farlo. Lui è un fotografo atipico nel suo genere: uno di quelli che si è fatto da solo, potremmo dire. Ha studiato alla School of the Museum of Fine Arts di Boston, per poi conseguire un Master in Fotografia alla Yale nel 1979.
Il suo percorso artistico conta molte tappe. Inizia costruendo delle scene di vita quotidiana, dallo stile cinematografico, sfruttando la partecipazione consapevole di amici e parenti, per poi arrivare, intorno agli anni ’70, a far uso di elementi artificiali, come i flash, in contesti non premeditati, spontanei, momentaneamente spogliati dal loro phatos. Oggi è tra i più eclatanti rappresentanti della Staged Photography, oltre che un direttore artistico molto apprezzato nel campo del Cinema.
La parte della sua produzione che però voglio sottolinearvi oggi, è quella legata alla fotografia di strada, perché è proprio lei a farsi largo nel suo immaginario già nei primi anni della sua carriera. Intorno agli anni ’70, da buon newyorkese, si getta nelle strade, ma non vuole scattare delle immagini alla vecchia maniera, con una macchinetta e con la speranza della apparizione mistica del momento decisivo, ma bensì rendendo tutto il processo il più stravagante possibile.
Nasce infatti in lui il desiderio di intensificare, sfruttando dei flash nascosti all’interno dell’ambiente cittadino, in un mix di messa in scena e Street Photography, l’aura di mistero ed inquietudine attorno a dei momenti puramente insignificanti, come il passaggio di un pedone nell’inquadratura o la sovrapposizione di elementi cittadini.
Un folle direte voi. Ma come fa a portare a termine il suo piano senza uscirne parzialmente malconcio o malvisto? Philip-Lorca diCorcia studia il luogo, il giusto posizionamento dei fasci di luce e poi aspetta, medita. Appena nota il soggetto giusto si fionda sulla scena, scatta con la sua fotocamera e spera, con tutto il cuore, che i flash facciano il resto, comportandosi come degli assistenti irrequieti che, al momento giusto, eseguano gli ordini, senza troppe remore.
Ciak si gira! I suoi protagonisti inconsci, normali cittadini di mondo, acquistano una momentanea popolarità e come delle star del cinema si sentono paparazzati, mentre scorrono inconsapevoli nel traffico cittadino. Sono degli attori. Degli attori inconsapevoli di un film inesistente o non ancora annunciato al pubblico.
Tutto dura una frazione di secondo. Un fascio di luce li colpisce, li disorienta. Potrebbe essere di tutto. Anche perché il dubbio è forte, la confusione li assale. Lo vedi nei loro volti. Non si sa chi sia stato. Non si sa chi sia il vero soggetto di quella fotografia. Philip-Lorca diCorcia è come un regista indaffarato, indeciso, che si aggira per le strade, con una troupe invisibile che esiste solo nella sua mente.
Quello che ne viene fuori sono delle immagini dal forte gusto teatrale, dove la luce incornicia il soggetto rendendolo speciale, come se fosse un angelo in mezzo alla folla. Una luce quasi pittorica, che lambisce i volti di questi protagonisti indiscussi: eroi di tutti i giorni, che per un solo istante, senza volerlo, e senza saperlo, diventano delle star. Diventano le creature più magnifiche di questo pianeta.
Eh si, so già cosa state pensando. Sono immagini in parte costruite. Ci sono dei flash nascosti, uno studio della scena, ma dov’è finita allora tutta la schiettezza tipica di questo genere? Si può considerare Street Photography?
Bhe, vi assicuro che qui c’è molta più Street Photography di altre immagini. DiCorcia fa semplicemente uso di espedienti, strumenti per stimolare la creazione di certe situazioni, di certi eventi.
Una cosa che succede sempre in questo campo. Perché siamo noi stessi a sollecitarla, ogni volta, quando siamo in mezzo alla strada, con la nostra fotocamera, e veniamo notati da un passante, che infastidito dalla nostra presenza, cambia subito espressione.
La fotografia è una finzione che contiene una verità.
- Philip-Lorca diCorcia
Allora tutti recitano, perché nessuno si comporterà mai spontaneamente di fronte ad un obiettivo. Per certi versi approvo questi stratagemmi, queste modalità di lavoro, purché non si smentisca mai di farne uso.
La Street Photography di Philip-Lorca diCorcia è diversa, magari Cartier-Bresson non l’approverebbe, ma i tempi cambiano, e allora che abbiano inizio le danze. Perché la Street è anche questo ed è l’ora di prenderne atto.