Comunichiamo. Lo facciamo in continuazione, anche quando pensiamo di esserci smarriti nei meandri della nostra immaginazione. Comunichiamo con il sorriso, con i gesti e con il nostro vestiario. Comunichiamo con il nostro respiro e con la nostra mimica facciale. Comunichiamo per vivere, per sopravvivere, e questo fa parte di noi e del nostro essere umani.
Esistono una miriade di occasioni in cui la nostra necessità di comunicare un qualcosa viene fuori attraverso un gesto inconsulto. La voce è la privilegiata di questo banchetto: troneggia a capotavola, ma neanche il corpo umano scherza, quando ci si mette.
Il solo guardarlo muoversi tra la folla, o fermo in vagone metro, ci offre un appiglio importante per definire il carattere di una persona e scoprirne la sua vera indole.
Parte da qui, da questo assunto, la ricerca visiva di Federico Carnevale. Le mani, nella sua serie fotografica “Handrama”, diventata tra le altre cose un profilo Instagram in continuo aggiornamento, diventano le protagoniste indiscusse delle sue narrazioni fotografiche.
Le mani per Federico sono dei soggetti misteriosi che comunicano a gran voce la loro storia e la loro origine senza l’ausilio, forzato, di un volto a definirle — come se si separassero, momentaneamente, in una visione quasi surrealista, dal corpo che le ospita.
Loro comunicano, anche quando stanno ferme in una situazione di immobilità semi-permanente: non smettano mai di parlare e guardano placidamente chi le osserva da lontano.
Nelle mani riponiamo la nostra fiducia. Sono i nostri arti più importanti. In modo in cui le pieghiamo, le incrociamo tra di loro, dice molto di noi stessi e di quello che facciamo nella nostra vita.
Le rughe, il colore e le unghie ci aiutano in questa identificazione di genere e ci fanno capire se quella che abbiamo davanti è una persona curata, lavoratrice od ansiosa. Tutti guardiamo le mani di una persona e la giudichiamo ancor prima di conoscerla ed abbracciarla.
Federico è un osservatore acuto e il viaggiare con i mezzi pubblici gli ha permesso, fin da subito, di essere un testimone non pagante di queste piccole manifestazioni di umanità e diversità. Nelle metro cittadine i vagoni pullulano di vita e di diversità e lo sguardo, vuoi o non vuoi, cade sempre sui particolari.
Mi racconta che il suo interesse per questa parte del corpo umano nasce per caso, alla fine di un processo di crescita passato per il ritratto e, successivamente, per il reportage.
Quello che più mi attira è sicuramente la stasi, l’immobilità delle mani in attesa o semplicemente “soprappensiero”. Io l’ho sempre definita la noia dei passeggeri, che durante il tragitto, aspettano l’arrivo della propria fermata e che involontariamente fanno prendere alle loro mani pose per me esteticamente bellissime. Molto devo anche alla luce.
— Federico Carnevale
Quando si disegna, insegnano i grandi maestri, si inizia dai particolari, per poi arrivare alla totalità del corpo umano. Federico segue questo consiglio, e con un fare d’apprendista, torna agli albori, a quelle mani frutto di tanti esperimenti e di tante bozze di artisti come Leonardo da Vinci o Maurits Cornelis Escher.
Il suo sguardo si concentra sui dettagli, sulle particolarità che rendono ogni essere umano differente e simile agli altri nello stesso momento. Li inquadra, di soppiatto, con il proprio cellulare, cercando la giusta luce e incrociando le dita sperando di non farsi beccare, per non rovinare la spontaneità di quel momento.
Tagli, bruciature, levigatezza e vene sono tutte protagoniste di questa corsa al bello, all’artisticamente appagante. La sensazione è di trovarsi di fronte a dei modelli silenziosi, che si lasciano ammirare e lambire con lo sguardo.
Quello che ne viene fuori sono spesso immagini potenti, che comunicano più di un ritratto con al centro il volto umano: in quello, il soggetto, di fronte ad una fotocamera, spesso sorride, fa boccacce ed interpreta un personaggio, una delle mille maschere del suo essere. Le mani, invece, non mentono mai.
Poter assistere a queste visioni è stato per l’autore una vera epifania, una bella scoperta. Come un detective romantico si è messo alla ricerca di tutte quelle imperfezioni e manifestazioni di intenti che rendono il genere umano bello ed attraente ai più.
Siamo ossessionati dalla nostra figura, dall’apparire in un certo modo in pubblico. Ci scattiamo autoritratti, ci sistemiamo i capelli e cerchiamo di renderci i più presentabili possibili.
Le mani però, fonte di vita e simbolo di pace, tradiscono il nostro camuffamento: con loro torniamo umani, puri e veri; sveliamo i nostri legami e i nostri umori.
Le mani, paradossalmente, ci rendono nudi di fronte alla folla.
Il profilo Instagram di “Handrama” è così un compendio di espressioni umane, sintetizzate in inquadrature ritmiche e in rappresentazioni schiette di quello che ci circonda, che ci rende vivi.
Aver avuto l’ardire di mettersi a scovare queste impressioni impercettibili dimostra come spesso si possa creare, raccontare e dar vita ad un qualcosa di allettante partendo da semplici elementi. Spesso ci dimentichiamo che la fotografia ci permette di trovare il bello nel banale e le fotografie di “Handrama”, per certi versi, ne sono una straordinaria dimostrazione.
Federico Carnevale porta avanti la serie dal 2017. Di recente ne è diventata una mostra, composta e studiata da lui. Questo evento gli ha permesso di comprendere il potenziale del tema da lui affrontato e la voglia da parte del pubblico di prendere atto dell’esistenza di storie ancora inascoltate.
La fotografia è comunicazione e le mani in questo caso, utilizzate per costruire queste immagini e per veicolarle al pubblico, sono l’emblema dell’impossibilità da parte dell’uomo di nascondersi del tutto.
Le mani comunicano, lo fanno fortemente e lo fanno anche quando le ignoriamo. “Handrama” e Federico non smettono di ricordarcelo.
Ringrazio Federico Carnevale per il suo tempo e per aver permesso a me, e a tutti i lettori del Magazine, di poter osservare questo lavoro con un piglio più critico e profondo. Potete seguire il resto del lavoro di Federico su Instagram.
Chi è Federico Carnevale?
Federico Carnevale è un fotografo italiano nato in Molise nel 1987. La sua passione per la fotografia scoppia nel 2009, al seguito del ritrovamento di una vecchia Pentax analogica del padre. È un grande appassionato di musica new wave, di cinema e di serie tv. Scopri il suo profilo Instagram qui.