Quello del libro fotografico è una storia che non smette mai di farci sognare. Ricordo con grande trasporto emotivo quel momento in cui, preso dalla foga, acquistai il mio primo libro di fotografia in assoluto. Istanbul, di Alex Webb, un volume fantasmagorico, che già dalla copertina, ti trascinava dentro un mondo incredibile, dove la bellezza dell'ordinario prendeva subito il sopravvento.

Da quell'acquisto sono passati tanti anni e ancora oggi, ripescandolo dalla mia piccola libreria, ripenso a quel momento dolcissimo dell'incontro con un grande autore e al contributo che questo lavoro ha dato al mio percorso da studioso di fotografia. Senza Alex Webb al mio fianco non sarebbe stata la stessa cosa.

I libri di fotografia sono speciali e come tali devono essere assolutamente preservati e prodotti a dovere. Su questo l'editoria indipendente, o specializzata, insieme agli eventi a tema, stanno lavorando benissimo, cogliendo a pieno la sfida di mettere in relazione il pubblico con la fotografia e i suoi autori.

A tal proposito a Milano, tra pochissimi giorni, partirà un evento dedicato totalmente al libro d'autore. Si chiama Photography Books and Zines Reviews e si propone già da ora come uno tra gli appuntamenti più belli di quest'anno. Libri, autori ed incontri sull'editoria fotografica tutto nelle stesse sale. La sola idea mi entusiasma un botto. Dovevo quindi approfondire chi, e cosa, ci sta dietro.

Ho raggiunto così Angelo Cucchetto, organizzatore dell'evento, per farmi raccontare gli obiettivi di questa manifestazione. Mi ha svelato quali grandiosi personaggi saranno presenti - italianissimi e fortissimi - e quanto il libro fotografico sia ancora centrale nelle nostre esistenze (spoiler: ancora tanto!).

Intervista
Questa del libro fotografico sembra essere una storia non ancora pronta a mollare del tutto. Tanti editori indipendenti in arrivo e altrettanti appassionati sempre più vicini a questo mondo. Questo libro, insomma, è ancora vivo?

Il libro fotografico è ancora molto centrale nella vita dei fotografi. Seppur i numeri di vendita continuino ad essere poco esaltanti, mi sento di dirti che stiamo assistendo ad un periodo molto affascinante per l'editoria fotografica. Vedo un maggior coinvolgimento del pubblico e tanti lavori di qualità lanciati sul mercato. Questo non può che fare bene agli autori e agli appassionati di fotografia.

In passato, mi dicevi, era leggermente diverso

In passato era tutto molto più complicato. Gli editori seguivano delle rigide regole di distribuzione che gli imponevano di puntare solo su prodotti commerciali ed artistici che potevano garantirgli un numero di vendite elevato. Gli autori emergenti o sconosciuti facevano più fatica ad avvicinarsi a questo mondo, proprio perché, i loro nomi o lavori, avevano poco appeal e presa sul pubblico.

Oggi è tutto diverso. L'avvento della comunicazione online, di eventi sparsi nel territorio e la nascita di case editrici indipendenti, o specializzate, ha ristabilito leggermente gli equilibri, garantendo spazio e visibilità a chi prima non l'aveva.

Rimangono sempre centrali, nella scelta di cosa lanciare sul mercato o meno, la qualità e le caratteristiche di un lavoro (quelle mai scontate), ma rispetto al passato, autori ed appassionati, hanno sicuramente più scelta ed occasioni in cui entrare a contatto con chi i libri li pensa, produce, crea. Una cosa, che se ci pensi bene, sembra oramai banale, ma che qualche anno fa, era quasi impensabile.

Photography Books and Zines Reviews tenta quindi di creare ulteriori legami?

Fin dalle prime edizioni ci siamo imposti il compito di inseguire e promuovere lavori recentemente stampati e lanciati sul mercato. L'idea era, e rimane ancora quella, di valorizzare racconti che abbiano al loro interno delle caratteristiche precise - storie ben realizzate ed efficaci - e metterli a disposizione del pubblico.

L'incontro con l'autore può assumere oggi un ruolo fondamentale nel successo di un volume fotografico. Attraverso le sue parole è possibile conoscere approfonditamente la genesi di una storia e le avventure che l'hanno poi portata alla stampa finale. Questa è una cosa che sta a noi molto a cuore e, vedendo i numeri dell'anno scorso, anche al pubblico, molto presente ed attivo nelle sale.

Cos'ha funzionato, secondo te, nella passata edizione?

La scorsa edizione è andata alla grande. Abbiamo riempito tutte le stanze ed assistito a delle presentazioni molto interessanti. Il pubblico è rimasto entusiasta, tanto da aver svaligiato, subito dopo, il banchetto con in vendita i libri presentati.

di © Maurizio Galimberti

Il modello era semplice. Tavole rotonde incentrate sul mondo dell'editoria, con un focus sul selfpublishing e quella autoriale, ed incontri con fotografi di livello internazionale. L'anno scorso abbiamo avuto con noi, tra i tanti, Maurizio Galimberti, Giovanni Chiaramonte, Tina Cosmai e Guido Harari.

Ogni incontro è stato speciale, perché corroborato dalla partecipazione di editori, curatori e giornalisti che accompagnavano gli autori nel racconto delle loro opere. Sono stati momenti ricchi di fascino e gioia. Il pubblico era visibilmente contento.

La qualità degli incontri, e il luogo centralissimo, hanno fatto sicuramente il loro.

Le Fanzine saranno presenti alla prossima manifestazione del Photography Books Reviews. La trovo una cosa molto importante per il settore e i fotografi emergenti. Come siete arrivati a prendere questa decisione?

Abbiamo pensato che potesse essere interessante dare la possibilità alle Fanzine di avere uno spazio all'interno della manifestazione. Come sai, è un mercato in crescita, molto apprezzato dal pubblico e dalla critica. Volevamo quindi ulteriormente valorizzarle facendole uscire dai contesti in cui sono normalmente viste. Saranno presenti all'evento i lavori vincitrici del Colorno Photo Life e una selezione dei migliori prodotti del Funzilla Fest. Lavori davvero splendidi.

A proposito di Fanzine. Da editore, che opinione hai di loro?

Li trovo dei prodotti creativi estremamente interessanti. Recentemente ho avuto modo di visionare alcune Fanzine in dei festival e sono rimasto colpito dalla qualità delle idee che alcuni autori hanno messo in mostra in poche pagine. Attraverso la scelta di particolari carte o, banalmente, dall'editing finale, hanno tirato fuori operazioni affascinanti, superiori addirittura a libri di grandi autori.

Ti stupirà sapere che, molte di queste, sono state realizzate da artisti ultra ottantenni. Questo confuta, anche brillantemente, vista la qualità delle operazioni, la tesi che vede le Fanzine un prodotto solo dei giovani autori. È un mondo entusiasmante che prende davvero mille sfumature ed esistenze.

Le apprezzo moltissimo e spero di vederne tante altre ben realizzate in futuro. C'è solo un rischio, Gianluca, che ci tengo a mettere in evidenza. La grande facilità con cui è possibile creare un prodotto del genere è un'arma a doppio taglio, sia per chi le realizza e sia per l'utente finale, che deciderà di acquistarle.

Le Fanzine non dovrebbero essere, a parer mio, piccoli libri in cui inserire lavori striminziti, alternative economiche per progetti che, per i motivi più disparati, non arrivano a diventare volumi fotografici. Li vedo più come opere artistiche pensate per essere tali, dall'inizio alla fine. Lavori creati per essere Fanzine e non Fanzine adattate per accogliere un mucchio di fotografie. Pensarle e costruirle bene, in tutti i loro elementi, fa la differenza. Sennò rimangono libri poco riusciti.

Parlami di questa nuova edizione in partenza. Cosa ci aspetta?

Questa che partirà a Novembre (18 e 19) è la quarta edizione. Dopo una prima realizzata in totale autonomia, riconfermiamo la nostra collaborazione con il Bookcity Milano - siamo parte del loro evento - e con l'Istituto Italiano di Fotografia, che ci mette a disposizione degli spazi per gli incontri.

Tutti gli appuntamenti saranno disponibili in diretta streaming, con l'aiuto del nostro partner tecnico Hangar Fotografico, e, come negli anni passati, sarà possibile acquistare i libri e le Fanzine presentate in un apposito desk.

Tra le novità di questa edizione c'è un workshop con Monika Bulaj, in sede anche per la presentazione del suo libro Geografie Sommerse, e un incontro totalmente dedicato al mondo delle Fanzine, curato da Paolo Cardinali (di Fugazine).

di © Monika Bulaj

Un evento così si meritava degli ospiti e dei lavori di grande livello. Siamo contenti di essere riusciti a coinvolgere in quest'edizione personaggi del calibro di Nino Migliori, Roberto Polillo, Monika Bulaj e Pino Ninfa (più tanti altri che potete scoprire nel programma). I loro progetti ci parlano di temi e luoghi importanti, affrontati con una capacità visiva e narrativa che non ha davvero eguali.

Se posso consigliarti un appuntamento specifico, sarà molto diverte l'incontro con Ottavio Maledusi, autore di Amici Miei. Avendo realizzato un lavoro incentrato sul ritratto di personalità, con una tecnica di ripresa particolare, ci aspettiamo la presenza in sala di alcuni dei suoi soggetti (ci sarà forse Berengo Gardin, ma io non ti ho detto niente). Loro prenderanno sicuramente parte al racconto di questo progetto fotografico e siamo curiosi di vedere quali siparietti ne usciranno fuori.

Insomma, le prerogative per far venire fuori una bella manifestazione ci sono tutte, speriamo che il pubblico e gli autori coinvolti ne rimangano soddisfatti - anche perché, questo appuntamento, è pensato soprattutto per loro.

Dici che sul libro fotografico si investirà ancora, in futuro?

Penso proprio di si. Il libro è un contenitore fantastico, permette agli autori di mantenere in vita le loro operazioni artistiche e garantire un contatto con il lettore non possibile in altre sedi. Li vedo come delle vere e proprie mostre a portata di libreria, azioni che accrescono il valore del proprio lavoro e della persona.

Per questo mi spiace vedere che alcuni fotografi, ancora oggi, non riescono a concludere le loro storie, a causa di una profonda indecisione o sfiducia. Ne vengono travolti, sviliti, perdendo treni che non torneranno mai più. Questo accade sia con i grandi autori che con quelli emergenti. Non capire quando chiudere il cerchio di qualcosa non ci permette, spesso, di maturare artisticamente.

È importante invece capire che non tutte le operazioni artistiche riusciranno perfette e che non tutti i lavori saranno straordinari. Per arrivare ad acquisire queste informazioni è però fondamentale tentare, rischiare, sennò si rimane fermi.

Forse c'è bisogno di maggior coraggio e consapevolezza del proprio operato

Direi più di consapevolezza, mettersi davanti al proprio lavoro e capire, magari accompagnato da qualcuno che ne capisce, con cui sei in sintonia, che esistono momenti in cui è giusto chiudere un percorso, per iniziarne un altro. Questo non vuol dire abbandonare del tutto il progetto di una vita, ma permettergli di dargli respiro, farlo conoscere al pubblico in maniera approfondita: renderlo vivo.

"Amici Miei" di © Ottavio Maledusi

Chi è Angelo Cucchetto?

Angelo Cucchetto è un operatore culturale molto attivo nel settore. Viaggia in lungo e in largo per l'Italia alla ricerca di talenti e lavori meritevoli di attenzione. Cura CITIES, rivista dedicata totalmente alla fotografia urbana, e collabora con diversi enti alla realizzazione di eventi fotografici di natura internazionale.

Il Photography Books and Zines Reviews apre le porte il 18 e 19 Novembre, presso le sedi dell'Istituto Italiano di Fotografia (Milano). L'ingresso è gratuito. Trovi il programma e gli ospiti presenti alla manifestazione qui.
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