Perry Hall è un fotografo di origini americane. La sua è una bella storia, fatta di spostamenti e di sacrifici, una di quelle che ti fanno capire la forza dello strumento fotografico come veicolo per superare qualsiasi confine di tipo morale o fisico.
Parte dall'America, nel 2015, per approdare in Italia con appresso solo una valigia, uno skateboard, qualche rullino bianco e nero e una grande voglia di gridare a gran voce la sua appartenenza a questo mondo.
Roma, come seconda casa, la patria dove rinascerà del tutto riscoprendosi in un contesto in cui l'arte, la cultura e il viaggio hanno da sempre contraddistinto il destino di molti uomini di valore.
La sua storia, e le sue immagini, mi hanno profondamente colpito e grazie a Marco Sconocchia, fotografo con cui collabora giornalmente nelle sedi di Daylight School, mi sono fatto raccontare di quel momento speciale in cui la fotografia, da totale sconosciuta, è entrata silenziosamente nella sua vita (e di molto altro!).
Qui sotto il meglio della nostra lunga chiacchierata.
Intervista
TSR: Ciao Perry, grazie per aver accettato il mio invito!
Ciao Gianluca, grazie a te per il tuo spazio.
TSR: La tua è una storia interessante, parti dall'America, luogo in cui sei cresciuto, per poi arrivare a Roma, la casa dove attualmente realizzi gran parte delle tue immagini di strada. Raccontami un pò il percorso che ti ha portato ad arrivare nella nostra Capitale.
Sono cresciuto a Baltimora, nel Maryland. Ho passato lì una buona parte della mia adolescenza fino al raggiungimento dei 18 anni. Successivamente ho iniziato a spostarmi per tutta l'America facendo l'autostop e vivendo solo di skateboard.
Nel 2015, mi sono trasferito a Roma. Quando sono arrivato nella Capitale mi sono fiondato subito nella scena skate locale. Qui ho iniziato a sperimentare con la fotografia grazie ad un mio amico che mi ha regalato una macchina fotografica.
Ho avuto la fortuna di crescere con amici che erano grandi skaters, filmers e fotografi, creativi come Bryce Kanights, Atiba, Jonathon Mehring, Ed Templeton e molti altri. Questi mi hanno tramesso la voglia di scattare fotografie a modo loro.
Non a caso è proprio nel contesto degli skaters che nasce il primo progetto fotografico: "Street Skateboarding, The Act of Resistance", una serie di immagini che racconta la naturale propensione di chi fa skate di saper trasformare la strada in un luogo di pura espressione personale.
Con il passare del tempo, sono diventato sempre più curioso di ciò che accadeva nelle strade ed è così che sono entrato a contatto con questa cosa strana, ma eccitante, chiamata "Street Photography".
TSR: È curioso come un genere molto popolare in America sia stato scoperto da te solo nel nostro paese, un luogo in cui fare "fotografia di strada" è quasi vista come una cosa poco seria. Che ruolo ha oggi la fotografia nella tua vita?
La fotografia di strada è per me molto più che scattare foto. Amo il fatto che ogni volta che esco di casa e sono per strada, in viaggio o da qualche parte nel mondo, da solo o con qualcuno, si verificano sempre nuove esperienze da catturare.
La fotografia di strada mi ha dato modo di entrare in contatto con persone, culture e contesti diversi che forse non avrei mai sperimentato se non avessi mai preso in mano una macchina fotografica. Per certi versi mi ha aiutato ad ambientarmi più velocemente al contesto italiano.
Da qualche anno, con Marco Sconocchia, sono co-fondatore di una piccola scuola di fotografia qui a Roma, la Daylight School. Lavoro inoltre a tempo pieno come tecnico di laboratorio fotografico e come coordinatore delle passeggiate fotografiche di un importante negozio del Texas, "Precision Camera and Video".
Questo per ribadire come la fotografia sia più che centrale nella mia vita.
TSR: E che genere di fotografia ti piace guardare?
Attualmente le mie influenze artistiche sono Jim Goldberg, Larry Clark, Dash Snow, Eugene Richards, Vivian Maier, Letizia Battaglia, il vecchio lavoro di Ryan McGinley, Mark Cohan, Alec Soth, William Klein e Mike Brodie, per citarne alcuni.
Seguo anche molto la sfera dei fotografi di strada contemporanei e documentaristi italiani e non. Roma è piena di fotografi e fotografe sottovalutati e di talento.
TSR: Scatti fotografie di strada a Roma da più di sette anni, potremmo dire che è la tua musa prediletta. Cosa ti attrae di lei e com'è cambiato il tuo modo di raccontarla in questi anni?
Racconto Roma dal 2015, da quando sono approdato in città. Tutto ciò che avevo era una valigia, il mio skateboard, una fotocamera AE-1 a pellicola da 35 mm che, all'epoca, non avevo idea di come usare, e qualche rullino in tasca.
Ho imparato presto che la fotografia era uno strumento e un modo per comunicare con i romani, esprimermi e uscire dalla mia zona di comfort, un motivo per esplorare la città e documentare le mie esperienze personali.
Roma esercita un'attrazione unica e particolare sulla fotografia di strada. Bisogna vederla per capirla del tutto. Di lei mi piace la sua energia; la grinta; le ombre dure e la grande luce; la sua storia; la cultura; gli abiti e le tendenze della moda; e, soprattutto, il popolo romano.
Dalle prime immagini che ho scattato nella Capitale, sono cambiate molte cose e sono stati fatti dei miglioramenti, come le mie prospettive, le influenze, l'approccio e i soggetti che mi piace fotografare.
La città di Roma, e molti altri fotografi, mi hanno aiutato a sviluppare la mia tecnica fotografica, il mio stile e la mia voce. Tutti loro mi hanno spinto a diventare il fotografo che sono oggi e gliene sono immensamente grato.
TSR: E come definiresti la tua Roma?
Dal 2015 al 2022 ho documentato, quasi ogni giorno, con la mia Leica m6, un flash e qualche rullino in tasca, le mie esperienze selvagge nei Sampietrini di Roma.
La mia visione su Roma è personale, non totalizzante. Quello che cerco di fare con la mia fotografia è quella di raccontare la città attraverso una prospettiva ed uno stile che ben si adeguano al mio modo di essere, alle miei radici e valori morali.
Le mie fotografie raccontano dei miei incontri stravaganti: eventi fuori dall'ordinario, nell'ordinario, che si elevano a straordinari nel contesto della fotografia di strada. Ecco, credo che alla fin fine sia questa la mia Roma.
Costruiamo insieme un luogo in cui valorizzare la fotografia e i suoi eroi. Sostieni ora il Blog.
TSR: Avendoti visto in azione in qualche video sparso sul web vedo che ti avvicini molto ai tuoi soggetti. Come gestisci la fase di scatto?
Mi muovo per la città con la mia macchina fotografica e baso i miei viaggi fotografici quotidiani sull'istinto e sulle sensazioni. Mi piace fotografare in base a ciò che accade nel mio mirino e che mi spinge a premere il pulsante di scatto.
Nella maggior parte dei casi le persone si lasciano fotografare, ma di tanto in tanto becco qualcuno che ne rimane infastidito. In quel caso sorrido, mi complimento sinceramente con lui e gli spiego perché l'ho fotografato (e funziona!).
Ho sempre conversazioni ed esperienze meravigliose con tutti i miei soggetti. Tuttavia, non va sempre tutto liscio. Questo fa parte del gioco. Questa è la fotografia di strada.
TSR: Le leggi sulla privacy in Italia limitano il tuo estro creativo?
Secondo la mia opinione personale e le mie esperienze, non credo che ci siano troppe differenze fondamentali tra fare Street Photography in Italia o all'estero.
Una città o un paese diversi significa fotografare altri soggetti, esperienze ed elementi. Tuttavia, si può sempre trovare qualcosa da fotografare nelle strade o nella comunità locale.
Se ci si concentra e si guarda bene, ci sono gemme nascoste ovunque ci si giri. Basta uscire e scoprirle da soli. Non importa in quale parte del mondo ci si trovi, le strade sono le strade ovunque si vada e quindi no, le "leggi italiane sulla privacy" non hanno mai limitato il mio estro creativo.
TSR: Valorizzare il proprio estro creativo sarà al centro del tuo nuovo workshop in partenza a fine Aprile a Roma. Me ne vuoi parlare?
Ho un workshop di due giorni sulla fotografia di strada con Daylight School a Roma il 29 e 30 aprile 2023. In queste due giornate seguirò i fotografi nella fase di realizzazione delle loro immagini e in quella di editing finale.
Attraverso le mie esperienze acquisite in questi anni, spingerò gli studenti ad uscire dalla loro confort zone - come fu per me tanti anni fa - e a produrre fotografie di qualità che raccontino la loro personale visione del mondo.
Se qualcuno vorrà partecipare al nostro workshop per vivere questa esperienza con me come docente ne sarò grato. Non vedo l'ora di iniziare e di poter trasmettere a questa città, e a chi vorrà unirsi a me, il mio amore per la fotografia.
Chi è Perry Hall?
Perry Hall è un fotografo di origini americane. Racconta le strade di Roma attraverso un timbro ironico ed originale. Dal 2020 è co-fondatore della Daylight School. Puoi scoprire il resto del suo lavoro sul suo Sito Web o Profilo Instagram.