Nella storia della fotografia, ad aver avuto un ruolo fondamentale nell’immortalare gli eventi più importanti del nostro pianeta, sono stati i fotogiornalisti.
Quest’ultimi hanno anteposto la ricerca della verità alla propria vita e tutt’oggi rappresentano un punto importante della nostra società. Per questo motivo, la Magnum Photos, fin dai suoi albori, ha manifestato la voglia di proteggere e dare rilevanza a questo ruolo. Ma è da sempre stato così?
Il ruolo del fotogiornalista tra passato e presente
Le prime fotografie di fotogiornalismo, o di documentazione, risalgono al 1842, anno dell’incendio di Amburgo che ha visto la morte di molti cittadini tedeschi. Ad aver catturato la città in fiamme sono stati i fotografi Stelzern e Biow che, con il loro pesante ed ingombrante dagherrotipo, hanno immortalato le macerie di un luogo ormai devastato.
Questa immagine rappresenta una delle prime fotografie di documentazione che mise in moto dei processi dediti a far uso del mezzo fotografico per catturare, non solo gli eventi disastrosi del nostro mondo, ma anche il patrimonio artistico e naturale della nostra umanità (te la racconto qui).
Si può dire che il momento in cui esplose il ruolo del fotogiornalista fu durante le guerre (da quella in Crimea fino ai conflitti mondiali), momenti in cui gli eventi si susseguirono in maniera pericolosa ed immediata.
Qui il fotografo ebbe la possibilità di poter ricercare lo scatto che passerà alla storia con la consapevolezza di star immortalando i fatti così come gli si pongono davanti.
Se però il fotografo, nella maggior parte dei casi, aveva la coscienza a posto, non si può dire la stessa cosa per le riviste e i giornali. Quest’ultime, attraverso tagli e mascherature, distruggevano il messaggio dell’opera per raggiungere fini molte volte politici.
Per questo motivo, vista anche l’esplosione del mestiere del fotogiornalista e del suo ruolo sempre più richiesto, nacque la Magnum Photos.
Magnum Photos: al centro l’interesse del fotografo
La Magnum Photos viene fondata da Henri Cartier-Bresson, Robert Capa, David Seymour e George Rodger nel 1947. Al centro della sua costruzione vi era questa forte idea di proteggere i diritti d’autore dei fotogiornalisti che, negli anni passati, erano stati maltrattati dal punto di vista intellettuale (cambiare la prospettiva degli scatti era come eliminare il pensiero del fotografo).
Chi ne faceva parte aveva il pieno controllo su tutte quelle che erano le pubblicazioni delle proprie fotografie (comprese le didascalie e l’impaginazione) sui giornali e sulle riviste (oltre alla possibilità di potersi scegliere i lavori).
L’agenzia permise fin da subito di poter avere una maggior libertà dal punto di vista produttivo, con la piena sicurezza della salvaguardia del proprio lavoro e con la possibilità di poter costruire dei progetti personali.
La Magnum Photos è cresciuta moltissimo nel tempo. Vari fotografi sono stati invitati ad unirsi a questa grande famiglia, nomi del calibro di Elliot Erwitt e Ferdinando Scianna che sono riusciti, in breve tempo, a distinguersi nel campo del fotogiornalismo.
Oggi la situazione non è cambiata, o almeno non sono state perse le direttive iniziali di tale agenzia, ma sono stati introdotti fotografi con delle visioni diverse da quelle abituali del mondo del fotogiornalismo.
La Magnum Photos rimane un punto importante della storia della fotografia e tutt’oggi, intorno a lei, gira un’aurea di sacralità davvero enigmatica.
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