Sulle vie dell'Angelus accadono le cose più strane. Bambini, uomini, donne ed anziani di tutte le etnie ed età si affrettano alacremente nel raggiungere il luogo in cui si svolgerà l'evento religioso, in ringraziamento per il mistero dell'Incarnazione.
Non c'è momento migliore per ricordarsi di essere cristiani. Ogni persona, che sia un turista passato lì per caso, o un credente in visibilio, si fa trasportare dai suoni e dalle sensazioni di quell'atmosfera.
L'energia è palpabile, traspira prepotentemente nell'aria ed inebria i passanti, rendendoli più docili, più mansueti. La luce è calda, avvolgente. Ogni cosa sembra essere perfetta, creata ad hoc per l'occasione.
È un giorno di festa e il fotografo, indipendentemente dalla sua conoscenza delle religioni e delle usanze locali, sa bene che il momento più importante non è l'evento in se, ormai ricorsivo nell'esperienza, ma quello che gli sta intorno, gli instanti che lo precedono e che lo definiscono in quella frazione di secondo.
Da questo primo assunto si è mosso Paolo Ricca, che ammaliato dai ricordi e dai sapori della sua gioventù, ha riattraversato le stesse strade, quelle che partono approssimativamente dalla periferia del Capoluogo fino a Villa Borghese, con un obiettivo ben preciso: scattare fotografie, per capirne di più sulla vita.
La sua serie, chiamata "La poesia del quotidiano", ci porta dentro questa dimensione aliena, che sa di bolla, di un ambiente protetto ed alternativo in cui ogni cosa, anche la più banale, assume un connotazione differente dal normale.
Sulle vie dell'Angelus, come ti ho raccontato in apertura, accadono le cose più strane e i soggetti inquadrati da Paolo, in primo piano e con la serenità che li accompagna nei volti, ne sono una stravagante rappresentazione.
In questa festa per gli occhi le persone si muovono concitatamente in uno spazio preservato, una piccola oasi all'interno del caos cittadino. La fotocamera passa inosservata, perché lì, in quella dimensione idilliaca, ogni cosa sembra essere permessa.
Urla, schiamazzi e un corso di danza ritmata fanno da sfondo ad un potpourri di esperienze visive, attimi che ogni fotografo, da fuori, brama di possedere nella propria memoria fotografica: sono lì, pronti ad essere catturati e raccontati, tra un boccone e l'altro, ai parenti riuniti per il pranzo domenicale.
Le immagini non hanno suono, lo sappiamo bene (o forse no?), ma è innegabile che lì dentro, in quelle inquadrature coloratissime, si stiano susseguendo eventi fortemente significativi, ed incredibilmente divertenti.
Non c'è disturbo tra le parti. Tutto risuona come una melodia, come un canto che acquieta gli animi e i cuori: un'emozione invisibile, che trova sempre il modo di farsi ascoltare, anche quando arriva in silenzio (dice Paolo).
"La poesia del quotidiano" evoca le sensazioni di un giorno speciale, il ricordo di un'atmosfera magica e senza tempo.
Sono frammenti di un futuro passato in cui i suoi protagonisti, lungi dall'essere cittadini contemporanei, o viaggiatori del tempo, sono il collante di questa eterna storia: una continua seduzione, che sa di racconto, di viaggio spirituale, a cui nessuno, neanche il più forte, può resistere.
L'essenza del viaggio è il percorso, e mai l'arrivo, e in queste immagini, fortemente di strada, lo percepiamo senza rimpianti. Sono nostre. Sono parte di noi.
Chi è Paolo Ricca?
Paolo Ricca è un fotografo romano. Ama raccontare storie attraverso le immagini. Dentro le sue inquadrature frammenti di vita quotidiana e consuetudini di giorni passati e lontani. Puoi scoprire altro su di lui sul suo Sito Web o Instagram.