Tokyo. Anni difficili, anni di grandi rivoluzioni. In strada il rumore delle macchine è incessante, opprimente; una gru, più alta di dieci palazzi messi in fila, sta costruendo l'ennesimo grattacielo, pronto a solcare i cieli e a fendere il vento; i passanti, oberati di impegni, raggiungono il loro posto di lavoro, schivando cantieri, e buche, che il giorno prima neanche esistevano.
Nella capitale di uno dei paesi più affascinanti del globo si sta per consumare un miracolo, quello economico, che porterà splendore, prestigio e ricchezza al popolo giapponese. Siamo a fine anni '60, l'epoca del "Made in Japan", segno di qualità e durevolezza.
Yutaka Takanashi, a quei tempi, era solo un giovane impertinente e sognatore; attaccata al collo sempre la sua fotocamera; in tasca, decine di rullini, pronti a cogliere il cambiamento della sua terra e dei suoi coetanei.
"People in Tokyo" è la sua raccolta che documenta, con uno sguardo libero da schemi e pressioni politiche, lo sviluppo economico di Tokyo, visto attraverso le persone, i simboli e le influenze occidentali.
La serie, impreziosita da un brillante e tenue bianco e nero, ci porta nel cuore della capitale giapponese, non più luogo preistorico e obsoleto, ma incubatore di innumerevoli stimoli visivi e culturali provenienti dalla contemporaneità.
Yutaka Takanashi mette dentro al suo mirino, quasi inconsciamente, lo spirito dei tempi moderni, relegando bambini ed anziani ai margini, ed elevando i lavoratori, e le lavoratrici, studenti e studentesse, ad icone del nuovo Giappone.
Tradizione ed innovazione, unite insieme.
Nelle sue immagini ogni soggetto si staglia a vista d'occhio dal resto della folla, dall'ambiente, assumendosi il compito di definire un'attinenza, e prendere parte, nel mentre, a questo nuovo ed enorme puzzle dai risvolti inopinabili.
Tokyo si fa grande e globale, davanti ai nostri occhi, ma ha ancora qualche scheletro nell'armadio. Lo spettro della Seconda Guerra Mondiale aleggia nei volti e nei luoghi che fanno da sfondo a queste fotografie. Dimenticarsi del passato è complicato e i giapponesi, popolo orgoglioso ed attaccato alle tradizioni, fa fatica ad accettare la sconfitta.
Questo lavoro, illuminato da una luce ottimistica e, a tratti, esitante, accende gli animi dei suoi osservatori e mette ancora più in evidenza la grinta di una comunità, operosa e responsabile, e il contributo americano al suo sviluppo.
C'è nostalgia del passato, ma anche la voglia di riprendersi il posto che gli spetta.
Yutaka Takanashi è giovane e vuole metterci del suo. È stanco di sentirsi dire che tutto ormai è perduto. Qualcosa, nel profondo, è destinato a risorgere, in meglio, per un bene comune. Perché allora non fotografarlo?
Il Giappone deve cambiare e lo sta facendo nel migliore dei modi: creando connessioni e puntando sull'economia del paese. Il passato, quello negativo, va assorbito e sradicato. Tokyo è il futuro della nazione.
Yutaka Takanashi ha colto perfettamente lo spirito dei tempi, portandoci una narrazione del Giappone rilassata, riflessiva e potente sulle strade, che da lì a poco, verranno calpestate, lungamente, anche da noi occidentali.
Eh si, non sarà una fotografia dirompente ed esasperata come quella dei colleghi Daido Moriyama o Takuma Nakahira, ma comunque raggiunge il suo obiettivo: mostrarci un volto inaspettato, e storico, dell'Oriente che fu.
Una Street Photography efficace, diretta, e che non si esime dal voler documentare, come tanti altri, la metamorfosi di un popolo, perché questo, se ancora non ne fossi totalmente convinto, è quasi impossibile da arrestare.
La fotografia, anche quando si fa di tutto per screditarla, è sempre un documento informativo - nel bene e nel male. Yutaka Takanashi è, prima di tutto, un giornalista, e questo lavoro, ricco di malinconia e curiosità, rimane uno splendido esempio di come rendersi utile al mondo.
La Tokyo, prima di Yutaka, è ormai solo un lontano ricordo.
Chi è Yutaka Takanishi?
Yutaka Takanishi è un fotografo di origini giapponesi. Nel 1953 si laurea alla Tokyo Metropolitan Aoyama High School e viene assunto al dipartimento fotografico della Nihon University. Ha contribuito allo sviluppo della rivista Provoke. È tra gli artisti orientali più influenti del XX Secolo.