Negli ultimi tempi, si è fatta largo nelle schiere dei patiti della fotografia una strana e sofferta tendenza: pensare le immagini solo in un contenitore digitale.
Ormai sono rarissimi i casi di chi stampa le immagini per il solo desiderio di conservarle in archivio e tramandarle ai posteri. Un vezzo che potremmo definire più atavico che razionale, mosso dalla necessità di rendere concreto un percorso di lunga data o per ripescare, in talune occasioni, quelle fotografie a noi tanto care.
Di stampe fotografiche in giro, insomma, se ne vedono sempre meno.
Con l'avvento del digitale, è come se si fosse sviluppata lentamente in noi un’estranea idiosincrasia verso lo stampare fotografie. Ne stiamo lontani, il più possibile; da scettici, scegliamo le confortanti vie dei pixel luminosi piuttosto che affrontare le oscure arterie dei laboratori tipografici. La stampa ci spaventa, e tanto: la paura che genera in noi ci trascina altrove, in luoghi non sempre graditi.
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