Nelle vie di una Napoli da cartolina, sembrano oggi convivere due universi separati. In quello che assomiglia ad uno strano ed assortito contenitore fatto di tutte le esperienze, le bellezze e le prelibatezze che solo una città del genere può offrire ai suoi spettatori, turisti e residenti si scambiano le attenzioni dei media, vivendo il capoluogo campano con predisposizioni e velocità differenti. Da una parte, l'universo turistico, fatato e iperbolico; dall'altra, quello dei residenti, per lo più accogliente ma spesso venato da un risentimento nei confronti dell'estraneo.

Siamo nel pieno dell'esplosione del turismo di massa, un fenomeno sociale che in tutto il mondo sta rivoluzionando, e gettando in rivoluzione, alcune comunità ree di essere rimaste "vittime" della fama delle proprie città natale.

Napoli, nello specifico, ha visto negli ultimi anni una crescita spaventosa del numero dei turisti. Un movimento che silenziosamente si è fatto largo nel tessuto sociale della città, portando, in parte, ricchezza e posti di lavoro, ma anche uno stravolgimento totale di interi quartieri che solo qualche mese prima erano ben distinguibili da tutti gli altri. Il turismo ha cambiato il volto del centro di Napoli e oggi, chi ci vive e chi decide di visitarla a breve, se ne sta rendendo conto.

Sopratutto i fotografi che, coscientemente o meno, ne custodiscono la sua figura.

Sofia Scuotto, giovane fotografa di origini campane, del turismo di massa ne ha fatto il centro di un suo recente progetto: Soggiorno Napoletano, una raccolta fotografica che cerca di mettere in evidenza «il delicato equilibrio che si instaura tra turisti e residenti, nel tentativo di rendere il turismo più sostenibile e umano».

Napoli: due volti, due ragioni

Immagine di © Sofia Scuotto

Quello di Sofia Scuotto non è un lavoro facile. E non lo è per tanti motivi.

Scorrendo le fotografie di Soggiorno Napoletano, notiamo immediatamente il ruvido alternarsi di manifestazioni di stupore contrapposte a chiari, e letterali, disappunti nei confronti dei turisti: quadretti famigliari accanto a cartelli sferzanti.

Sofia si muove a passo lento, e con lentezza tenta di cogliere la realtà di un complessissimo tema rimanendo invisibile tra la folla. Rispetto a tanti altri racconti che vedono al centro il turismo, la fotografa campana non prende una posizione netta, bensì lascia all'osservatore indizi e prove per costruirsi la sua idea.

Un equilibrio tra le parti difficile da mantenere, mi dice la stessa Sofia, ma che può rappresentare una via per trovare «un punto di incontro tra mondi che sulla carta sembrano silenziosamente in conflitto, cosa che, invece, non dovrebbero esserlo».

Cerco di testimoniare sia la capacità tutta napoletana di accogliere e ammaliare i visitatori, arrivando addirittura a fornire indicazioni stradali riprodotte su cartelli handmade, sia il comprensibile desiderio di arginare i temuti danni da overtourism - Sofia Scuotto

In questa raffigurazione pacifica del fenomeno ne usciamo quasi straniti.

Come se ci trovassimo in un continuo cambio di registro narrativo, siamo in prima battuta divertitivi, poi arrabbiati, successivamente incuriositi e poi, al culmine di un percorso critico sollecitato dalla visione di più fotografie, consci che il turismo a Napoli non può ridursi ad un'unica interpretazione, né ad un rifiuto del problema.

Sofia Scuotto ci mette davanti al disagevole compito di scovare la giusta formula di una convivenza, a tratti, inverosimile. Le sue fotografie di strada ci guidano in un caleidoscopio di espressioni e gesti che rompono costantemente la sospensione dell'incredulità. Quando pensiamo che il positivo stia prendendo il sopravvento, ecco arrivare il lato negativo, a riequilibrare una macchina sociale inarrestabile.

A rendere forte questo contrasto è proprio il "peso" che le due compagini rivestono all'interno delle inquadrature. Se da una parte c'è il caotico e riconoscibile mondo dei turisti, fatto di rituali, cibo di strada e vestiario fuori stagione, dall'altra c'è il silenzioso e occulto universo di chi si ribella all'overturism, sfruttando come catalizzatore il più antico mezzo di comunicazione esistente sulla Terra: la scrittura. Due palcoscenici ugualmente assordanti e vari, ma in modo diverso.

Quello di Sofia è un dittico che funziona molto bene. Ci fa riflettere e sorridere. Ci spinge, senza troppi giri di parole, a rivalutare il nostro rapporto con il fenomeno del turismo di massa. Ci fa chiedere, da cittadini e viaggiatori, cosa possiamo fare per garantire che questa battaglia sotterranea possa diventare un lontano ricordo.

Immagine di © Sofia Scuotto

Soggiorno Napoletano fa così da paciere tra due dimensioni, a primo avviso, incompatibili. Tuttavia, è proprio lo strumento fotografico che ci permette di capire che tale incompatibilità è spesso frutto di un allarmismo immotivato, di narrazioni portateci sui Tg o Social Networks non sempre esaustive o giuste.

Le fotografie parlano chiaro. Turisti e residenti condividono lo stesso spazio. Entrambi giocano un ruolo fondamentale nella salute generale di intere città.

Chiedersi politicamente, artisticamente e socialmente come far funzionare questo strano legame tra le parti, senza eliminare elementi dall'equazione, è il primo passo per far crescere un movimento turistico più rispettoso ed intelligente.

Un turismo di massa che sia bello da vedere, e anche da raccontare.

Per me la fotografia è un mezzo per poter comunicare senza aver bisogno di parole. La Street Photography mi ha conquistata per quel suo potere di cogliere nell’ordinario, nella quotidianità, un qualcosa che non tutti riescono a vedere - Sofia Scuotto

Sofia rimane ottimista, vuole che il turismo nella sua Napoli continui, con velocità e modalità rispettose della sua gente. È convinta che con i giusti mezzi si possa portare ricchezza e garantire al contempo il sostentamento dei beni culturali, la sua più grande passione. Per farlo non bisogna necessariamente fare una caccia alle streghe, ma rimboccarci tutti le maniche ed affrontare insieme il problema.

In ultimo, mi confida che c'è un'altra cosa che vorrebbe che si mantenesse inalterato, a prescindere da quello che diventerà il turismo in futuro: lo stupore di chi scopre le meraviglie della sua Napoli, innamorandosene perdutamente: come quello, mi dice, di «una giovane turista giapponese, felicissima di bagnare i suoi piedi nel mare della mia città mentre ascolta i suoi amici cantare "O sole mio"».

Uno dei più bei ricordi che si porta nel cuore, e che mi fanno pensare che "da qui, da questa manifestazione di umanità e gioia, si può ripartire, per migliorare le cose".

Chi è Sofia Scuotto?

Sofia Scuotto è una fotografa napoletana. È laureata in Beni Culturali. Si avvicina alla fotografia cinque anni fa, stimolata dalla voglia di raccontare la sua città, le sue strade e i suoi paesaggi. Trovi altri sui lavori sul Profilo Instagram.

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