Nel caos generale della città crogiolo della cultura occidentale, Franco Novecento Buttiglieri ci invita a sostare attorno agli angoli felici di Roma

«Che si tratti di un turista con una mappa in mano o di un romano di nascita che conosce ogni vicolo, tutti si ritrovano sulla stessa strada, nel cuore di una città che, anche dopo duemila anni, continua a essere un punto d’incontro unico nel suo genere». C'è chi va e chi viene, chi la odia e chi sceglie di farne la sua casa: Roma, per tutti noi, rimane uno tra i luoghi più affascinanti al mondo, quello in cui le cose accadono e quello in cui le strade sono un "continuo guardarsi intorno; perdendosi nel bello".

Franco Novecento Buttiglieri, che a Roma ci è nato, la fotografa da anni, la Capitale, tuttavia non sembra ancora essersi abituato del tutto alle luci e alle ombre che solo questo posto unico nel suo genere riescono a trasmetterti nell'estrema sintesi di pochi chilometri percorsi sull'asfalto. E quindi continua. A fotografarla. Questa Babele misteriosa. A renderla protagonista di un viaggio senza fine per le sue arterie affollate.

«Guardando nell'obiettivo», scrive Franco nella sintassi del suo lavoro "Tutte le strade portano a Roma", «la Capitale diventa il palcoscenico di incontri casuali, di sguardi fugaci, di culture che si fondono in una sinfonia di accenti e colori». Una lunga partitura, che nello sguardo del fotografo romano, si trasforma presto nel racconto di quello straordinario vivere quotidiano: Roma, in sintesi, vista ancora con occhi innocenti.

Fotografia di © Franco Novecento Buttiglieri

In "Tutte le strade portano a Roma", Franco Novecento Buttiglieri ci guida nel dedalo delle vie della Capitale. Con lo spirito tipico del fotografo di strada, Franco sofferma lo sguardo sulla gente, attirato da quella speciale sinergia che si crea tra le naturali quinte teatrali di una città immersa nella storia e le vicende dei suoi avventori, tanto indifferenti a quello che li circonda quanto sognatori.

Nelle sue inquadrature, il fotografo concentra l'azione nella parte centrale del mirino. Ad alternarsi nelle scene, sono il rapido manifestarsi di espressioni ricche di stupore e il dolce susseguirsi di rassicuranti frammenti di un assolato pomeriggio passato nel centro storico. Un accostarsi di elementi, che dà origine ad una fotografia pura, leggera, che ferma il tempo e il caos di questa città.

Roma non è solo una Capitale, ma un crocevia di culture, storie e vite che si intrecciano quotidianamente. Le sue vie, dai grandi viali storici alle strette viuzze nascoste, sono testimoni silenziose del passaggio di innumerevoli generazioni - Franco Novecento Buttiglieri
Fotografia di © Franco Novecento Buttiglieri

Guardarsi intorno nella Roma dipintaci da Franco non è facile. O, per essere più precisi, non lo è umanamente; fisicamente è un attimo: basta piegare leggermente la testa verso le architetture e i passanti; anche un bambino ci riuscirebbe! Umanamente parlando, invece, è un'altra storia; perché quando pensiamo di aver colto l'essenza delle cose, attraverso lo svilupparsi delle emozioni, ecco che queste si ripresentano sotto una nuova forma, mostrandoci un volto dell'umanità che sembra poter esistere solo in questo grande contenitore: quello di Roma e delle sue strade.

La sensazione che si prova guardando le fotografie di "Tutte le strade portano a Roma" - caratterizzate da un bianco e nero dai toni aperti, luminosi, romantici - è quell'angosciante, e al contempo, confortante sensazione, di trovarsi di fronte all'imperscrutabile, all'immenso, alla consapevolezza di essere tutti, nel profondo, individui di passaggio.

E questo lo si evince anche dai grandi temi del racconto, che come un romanzo, si dipanano lentamente sulla carta, spingendoci nella mischia. I capitoli sono tanti, e variegati: c'è l'amore, quello giovane, adolescenziale; il lavoro, inteso nella sua forma artistica e sociale; e poi la notte, quel momento che solo chi vive la Capitale sa essere il risvolto della giornata dove tutto si trasforma, dove Roma diventa altro.

«Ogni strada», continua Franco nell'incipit del suo lavoro, «racconta una storia, non solo di architettura e monumenti, ma soprattutto delle persone che la percorrono, che si fermano a chiacchierare, che vivono la città». Quella descritta da Franco è una moltitudine di esperienze alla pari della multietnicità di Roma, un luogo che da sempre è stato il crocevia di numerosi popoli e il punto di partenza per gli emarginati e curiosi di tutto il mondo.

E forse è proprio lo scontrarsi perpetuo tra la purezza dello sguardo di Franco, tipicamente riconducibile al fanciullo che è in noi, uno sguardo che si apre al bello e al curioso, e mai al mostruoso, e il concetto di solitudine, molto più maturo e consapevole in chi ha alle spalle tanti anni vissuti, a rendere "Tutte le strade portano a Roma" una serie fotografica che non trae mai conclusioni affrettate, ma che si apre a mille interpretazioni.

Fotografia di © Franco Novecento Buttiglieri

Ecco che allora vagando nelle scene fotografate in città, ci sentiamo presto appartenere ad un qualcosa di più grande di noi. Ci sentiamo vicini ai viaggiatori, sperduti nell'immensità dei monumenti, ma anche a tutti coloro che a Roma, da stranieri o residenti, da artisti o rider in scooter, hanno deciso di passarci una parte della loro esistenza.

Qualcuno la chiamerebbe una strana sensazione di déjà vu, di già vissuto, provato, e credo non ci sia miglior termine per spiegare quello è il formularsi di un incontro tra noi e perfetti sconosciuti di ogni epoca che sembra volerci suggerire come la strada e Roma, nello specifico, non siano solo oggetti, ambienti, materia, ma veri e propri raccoglitori di espressioni vitali.

Fotografia di © Franco Novecento Buttiglieri

"Tutte le strade portano a Roma", insomma, è un progetto "leggero", nella sua accezione positiva. Ci fa rimanere in superficie, se vogliamo, ricoprendoci di bellezza e storia, ma anche scendere a fondo della complessità delle cose, per capire veramente noi e l'anima della città; consapevoli che, a prescindere dalla nostra scelta, non saremo mai soli: perché in qualche modo, nel presente o in futuro, da quel «crocevia di culture, storie e vite che si intrecciano quotidianamente» passeremo prima o poi tutti noi. Amandolo o odiandolo.

Chi è Franco Novecento Buttiglieri?

Franco Novecento Buttiglieri, nasce a Roma nel 1976. Nel 2006 si laurea in Storia e Tecnica della fotografia con il massimo dei voti presso l’università Tor Vergata a Roma. Lo stesso anno inizia a far parte del Gruppo Fotografico Genzano, uno dei circoli fotografici più attivi e proficui del Lazio. Nel 2007 ne diventa il vicepresidente ed organizza diverse mostre tra cui: «Photos» presso la Biblioteca Vallicelliana a Roma nel 2008; «Vedutismo contemporaneo» presso il Palazzo Sforza Cesarini, Genzano di Roma 2013; «Monumenti oggi» presso la Sala Crociera del Ministero dei beni culturali, Roma, 2014; «Appia Antica» presso la Locanda Martorelli, Museo del Gran Tour, Ariccia, 2015; «Tutte le strade portano in...Italia», Galleria d’arte nazionale, Minsk, 2016; «Roma: dal tramonto all’alba», Teatro nazionale d’arte drammatica, Minsk, 2017. Qui il suo Profilo Instagram.

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