L’iPhone è uno strumento magico. Una volta che ci hai preso la mano, diventa un prolungamento di te stesso, lo strumento della tua libertà e dell’integrazione con il mondo.
Non so da dove far iniziare questa storia. Di solito c’è una linea evidente, concreta, che collega ogni cosa e che la fa diventare dannatamente giusta. E dovrebbe essere ancora più facile in questa situazione: sto parlando di uno come Gueorgui Pinkhassov, fotografo della Magnum Photos, ligio al suo dovere e consapevole del suo ruolo da reporter.
Ma questa volta è più difficile del previsto. Guerogui in questa occasione sembra essere uscito davvero di testa. Ha lasciato a casa la sua Leica e si è svestito dai panni del professionista, per indossare quelli dell’amatore. Ha provato a scandagliare, capire e comprendere come la fotografia, quella fatta con Smartphone, oggi possa incidere fortemente sulla società.
Quello che ne è venuto fuori è un progetto, non perfetto e lontano dagli standard dell’immagine pulita e definita, ma sorprendentemente incline a spiegarci come il mondo della fotografia sia cambiato, e come sia stupido rimanere ancorato, ancora oggi, alle vecchie convinzioni.
Una storia che inizia da Instagram, per poi finire in un libro fotografico. I due opposti: il vecchio e il nuovo, che in Sophistication Simplification si danno la mano, per raggiungere un scopo lodevole: spiegare al mondo che non solo l’alta fotografia, quella degli intellettuali e dei collezionisti, è la migliore in assoluto. Ci sarà riuscito?
Sophistication Simplification: il progetto di Pinkhassov totalmente realizzato con un iPhone
Non si può fare Street Photography con il cellulare. Ripetilo tre volte e poi elimina questa idea dalla tua mente. Nel tempo siamo stati abituati a pensare che la fotografia, quella vera, potesse essere realizzata solo con macchine fotografiche professionali; strumenti nati e costruiti per perseguire un unico scopo: realizzare delle immagini, e niente più.
Pensare che uno strumento di uso quotidiano, banale e sopravvalutato come il nostro smartphone, possa riuscire a tener testa ad una macchina di ultima generazione, ci fa rabbrividire, se non quasi impazzire.
Eppure per Gueorgui Pinkhassov lo strumento conta poco, o almeno non quanto si possa pensare, e il suo progetto Sophistication Simplification ne è un esempio lampante.
Gueorgui si è chiesto cosa rendesse tanto potente, attraente ed affascinante scattare con uno Smartphone. E come dargli torto dopotutto? Oggi realizziamo immagini a profusione, a costo zero e senza pensieri.
Prendiamo il nostro cellulare, attiviamo un app fantascientifica e scattiamo, finché la memoria non si riempie o finché siamo stufi di farlo. Successivamente condividiamo e, subito dopo, ci dimentichiamo il perché lo abbiamo fatto.
La sua curiosità era troppa e così ha messo da parte la sua Leica, ha uscito il suo iPhone dalla tasca e ha iniziato a far ingranare le rotelle del suo cervello, per capire come iniziare il suo viaggio nelle vesti da “comune mortale”.
Perché si, la sfida per il fotografo non era solo quella di rinunciare alla sua bella macchina fotografica, ma anche quella di sforzarsi di realizzare un certo tipo di immagine: semplice, diretta e veloce nella sua trasmissione.
Un tipo di fotografia totalmente lontana da quella professionale. Un tipo di fotografia che ogni giorno, ad ogni ora, viene perpetrata sui Social Networks. Quella che molto probabilmente anche tu, che stai leggendo questo articolo, stai producendo, senza rendertene conto.
Un’esperienza che ha messo fin da subito sulle strette il fotografo russo, che si è chiesto, con grande fatica, come poter uscire dal suo personaggio, il reporter professionista, per poter vedere, come fosse la prima volta, le cose da un punto di vista differente.
Perché in fotografia esistono principalmente due facce: quella professionale, curata e diretta ad un certo tipo di pubblico, e poi quella di tutti i giorni: creata da noi, lontani dai campi di battaglia ma non per questo meno vicini alla vita.
La magia insita nella fotografia è anche questa. Tocca campi meno solenni, per abbracciare, in un momento di “debolezza”, quei figli illegittimi rappresentati dalla fotografia amatoriale, gli stessi che si riscoprono degni di essere parte integrante di questa forma di comunicazione, e non meno importanti dei suo fratelli maggiori.
Gueorgui si è finto per qualche mese un completo estraneo. Ha dato vita a delle immagini che sono frutto di una ricerca disimpegnata del normale, del quotidiano. L’occhio viene attirato da tutto quello che lo circonda. Non c’è un soggetto giusto e neanche un giusto modo di fotografarlo.
E basta vedere il taglio, la luce e la qualità dei file. Non aspirano ad essere superiori di un’immagine realizzata con una fotocamera professionale. Non sono completamente paragonabili, e non perché siano esteticamente inferiori, ma perché toccano una sfera differente che la macchina, per sua natura, non potrebbe valicare.
E quindi ci troviamo di fronte ad un Gueorgui studioso, curioso, che stufo di mettersi sulle spalle il fardello del grande fotografo, si è fatto uomo, per vivere diversamente questa altra faccia della fotografia.
Per Gueorgui Pinkhassov è straordinario notare come oggi si dialoghi con le immagini. La fotografia, la grafica e l’illustrazione sono al centro del nostro linguaggio e lo Smartphone, compagno fedele di ogni avventura, ci viene in soccorso in ogni momento e per ogni evenienza.
E qui la differenza tra il suo lavoro abituale e il progetto che sta seguendo è evidente. Il peso del reporter viene meno, per lasciare spazio a quella leggerezza che definisce molta della fotografia che viene pubblicata e condivisa oggi.
Fotografia per comunicare, e non per narrare. Un altro tipo di fotografia che non vale meno delle altre e che può dirci molto su di noi e sulla nostra società.
Una fotografia simbolicamente elementare, concentrata su pochi dettagli e spogliata da tutti quegli orpelli, da intellettuali del XXI Secolo, che rendono quest’arte lontana dalla gente comune.
Perché come ci ricorda Gueorgui Pinkhassov, la nostra esistenza non è fatta solo di eventi straordinari e di grandi uomini, ma anche di persone normali, e di eventi banali, che nel loro complesso, mettono in moto tutti quei meccanismi che rendono la vita un dono da rispettare.
Il fotografo russo si è divertito a seguire questo progetto. Lo ha messo alle strette, facendogli abbandonare quei pregiudizi che vessano giornalmente la fotografia amatoriale fatta con Smartphone, ed aprendogli le porte, inaspettatamente, ad ulteriori analisi da tenere in considerazione per il futuro.
E se ti stessi ancora chiedendo se è possibile fare Street Photography con uno Smartphone, beh, la risposta te l’ha appena data Gueorgui.
Fonte:Magnum Photos, Sophistication Simplification