Un libro su quello che frulla nella testa dei fotografi

La storia della fotografia raccontata attraverso il pensiero di chi l'ha fatta

Da studiosi della materia fotografica, tendiamo spesso a dimenticare un fatto oggi più mai cruciale nella comprensione delle immagini del passato: quei fotografi e quelle fotografe a noi tanto cari, prima che narratori per frammenti, sono stati dei grandi pensatori; scrittori, artisti, artigiani e scienziati che hanno trovato nello strumento fotografico un luogo in cui esprimersi liberamente, una camera oscura in cui proiettare la luce dei loro pensieri. Scendendo più a fondo, della loro anima.

Seguendo quella strana logica per cui tutto è già scritto nelle fotografie e nulla può essere messo in dubbio, logica che ci allontana dal conoscere cosa si celi alle spalle della produzione di certi immaginari, non ci dovrebbe allora colpire più di tanto leggere le pagine del Il pensiero dei Fotografi, di Roberta Valtorta: un volume che si propone come un percorso storico-critico attraverso le principali tappe della fotografia e di come questa, nel XXI Secolo, sia diventata il fulcro della nostra società odierna. E invece, lo stupore nel constatare quanta profondità ci sia dietro ai pensieri di personaggi conosciuti soprattutto per le loro fotografie, è tanto, quasi spiazzante: una cosa che mi ha dato molto da pensare e che mi ha fatto amare, in quella che è stata una piacevole lettura autunnale, l'unicità del volume in questione.

«Questa non è una storia della fotografia...»

Il pensiero dei Fotografi ha una natura schietta, unica nel suo genere. Rispetto ad altri libri sulla storia della fotografia, Roberta Valtorta sceglie di affidare in parte lo sviluppo del volume alle esperienze e alle parole dei fotografi, accogliendo frammenti dei loro diari e interviste, inseriti a fine di ogni capitolo, per poi confrontarli, con una penna maniacale e mai sovversiva, e in quello che sembra essere un dialogo aperto con il passato, alla sua critica delle cose, alla storia del medium fotografico.