Come l'acqua, come il gas, come la corrente elettrica vengono da lontano nelle nostre case a rispondere ai nostri bisogni attraverso uno sforzo quasi inesistente, così saremo nutriti da immagini visive o uditive, che nascono e svaniscono ad ogni nostro minimo gesto, se non cenno - Paul Valéry, 1928

Paul Valéry, scrittore francese dalla penna tagliente, scriveva così, in un saggio entrato alla storia per aver vaticinato, prima di tutti, il futuro effluvio di immagini digitali nella quotidianità dell'uomo moderno (La conquista dell’ubiquità, 1928).

Oggi la fotografia rappresenta lo strumento essenziale per comunicare, comprendere e rappresentare sensazioni, storie e pensieri che ci toccano personalmente e che in quel rettangolo luminoso acquistano maggior valore.

I fotografi moderni, ora uomini comuni più che specialisti della materia, utilizzano qualsiasi dispositivo a loro disposizione per preservare questa loro libertà di espressione e condividerla con il mondo.

Il risultato, spesso, è una produzione sconsiderata di materiale inoffensivo - la fotografia non colpisce, ma uniforma - e una diffusione altrettanto perversa di immaginari fortemente inconcludenti.

È un fiume in piena quello descritto da Paul Valéry e che oggi, incolumi, siamo costretti ad osservare, chiedendoci nella nostra posizione da spettatori e contribuenti quale sorte toccherà alla nostra fotografia.

In questa abbuffata giornaliera di immagini e video esperita online sui Social Networks e sulle principali riviste di settore una domanda sorge quindi spontanea: ma tutta questa fotografia ha davvero un senso - ergo, è utile?

La fotografia non è sempre arte 🙅🏻‍♂️

In queste settimane ho ragionato molto sul come presentarti una mia idea sull'argomento senza ricadere in difficili elucubrazioni accademiche.

Da studioso di fotografia, e da grande ascoltatore di storie altrui, mi ritrovo spesso a sentirmi dire che la fotografia amatoriale, quella pubblicata online, ha peggiorato considerevolmente il nostro modo di approcciarci alla materia, dandoci degli scorretti esempi di come una fotografia andrebbe scattata e guardata.

La fotografia professionale, di conseguenza, vedendo l'accrescere dei consensi del pubblico, ha iniziato a scimmiottare questo mondo, cercando di riprenderne gli stilemi per garantire una familiarità con certi argomenti e farli arrivare, con più efficacia, ad un vasto pubblico.

Questo, secondo una buona maggioranza di persone, ha causato un impoverimento della ricerca artistica, alimentando così, dal nulla, un ciclo mediatico e culturale strutturato su elementi nocivi per gli osservatori.

La fotografia amatoriale ha rovinato tutto...o forse no?

Photo by Arun Sharma / Unsplash

Stiamo tutti sbagliando qualcosa.

Chi mi segue da tempo sa che consiglio ai fotografi di concentrarsi sulla produzione di immagini che possano raccontare una storia, andando oltre al puro esercizio stilistico che spesso ci conduce ad un vicolo cieco, più che ad una crescita personale.

Questo contenuto è accessibile agli abbonati a: Ninja della strada 🥷🏻 o Pescatore di immagini 🎣

Abbonati al Blog per continuare a leggere le rubriche esclusive e sostenere attivamente l'indipendenza del progetto editoriale

Iscriviti Hai già un account? Entra