Vogue è tra le riviste di moda più lette al mondo. Fondata nel 1892, ha gettato le basi del modo moderno di comunicare l'arte del vestirsi, attraverso editoriali, fotografie e campagne pubblicitarie entrate alla storia come testimonianze purissime dell'incontro tra commerciale ed artistico.

Quelli che molti non sanno, è che durante la Seconda Guerra Mondiale, in Inghilterra, quando le pagine del periodico facevano più fatica ad essere riempite - la carta mancava e i giornalisti erano impegnati in ben altri affari - Vogue prese parte alla narrazione del conflitto, stimolando le donne a mettersi in azione.

Grazie alla direttrice dell'epoca, Audrey Withers, la rivista riuscì a far dialogare, nelle stesse pagine, consigli di moda e di bellezza con i reportage sul campo, portati professionalmente avanti da fotografi come Lee Miller e Cecil Beaton.

Le fotografie scattate, e le illustrazioni realizzate per mostrare come si potessero riutilizzare vecchie stoffe per dare vita a nuovi indumenti o accessori, permisero alle lettrici donne - mogli di chi andava in guerra - di occupare le loro giornate e rendersi partecipi di quello che stava accadendo. Inoltre, con quella tipica verve e determinazione femminile che cambia il mondo, stimolò in loro la necessità di contribuire attivamente alla protezione e alla salvaguardia del proprio paese.

Il grido di Vogue fu chiaro: "noi ci siamo. Le donne ci sono. Se pensate che la moda possa essere sconfitta così facilmente vi sbagliate di grosso. La moda, sappiatelo, è indistruttibile". Che storia!

La moda, sappiatelo, è indistruttibile.
Illustrazione di Vogue con i propositi per il 1943.
Fonti utilizzate:
  1. How British Vogue’s Wartime Editor Audrey Withers Changed Fashion – And Feminism – Forever (vogue.co.uk)
  2. The fashion futurist: how Vogue's wartime editor revolutionised women's lives (theguardian.com)
  3. How Vogue fought World War Two (bbc.com)
  4. Claudio Marra. Nelle ombre di un sogno (Mondadori, 2009)
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